Il Gruppo Bilderberg si riunisce in Austria. Ecco chi partecipa

Da giovedi a domenica 140 invitati tra politici, industriali, banchieri, professori e giornalisti. Massimo riserbo sui temi trattati. E i complottisti si scatenano. Ecco chi parteciperà

Il Gruppo Bilderberg si riunisce in Austria. Ecco chi partecipa

Considerato fra i più influenti (nonché segreti) del mondo il Gruppo Bilderberg torna a riunirsi come ogni anno alla presenza di leader politici, rappresentanti dell’economia, del mondo accademico e giornalisti. Quest’anno la riunione è in programma da giovedì a domenica prossima in Austria, a Telfs-Buchen (vicino Innsbruck). Sono state invitate 140 persone provenienti da 22 Paesi. L’obiettivo (dichiarato) è "promuovere il dialogo tra Europa e America del Nord". Tra i politici che parteciperanno si segnalano il primo ministro del Belgio, Charles Michel, il numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il presidente dell’Austria, Heinz Fischer, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

La "pattuglia italiana" vede tre conferme e due ritorni. Oltre a Mario Monti e Franco Bernabé, che siedono nel comitato direttivo dell’associazione e al presidente di Fca John Elkann (new entry nel 2014) il nostro paese sarà rappresentato dalla giornalista Lilli Gruber (già invitata nel 2013, sostituisce la collega Monica Maggioni) e l’imprenditore Gianfelice Rocca, anch’egli già incluso nel gruppo di due anni fa.

Per il resto l’elenco dei partecipanti alle discussioni - su cui vige il più assoluto riserbo (per la gioia dei complottisti) vede il tradizionale elenco di potenti in carica (gli olandesi Rutte e Dijsselbloem, l’austriaco Fischer o il finlandese Stubb) o ex (da Barroso a Kissinger), i proprietari o i manager di grandi aziende o banche multinazionali - da Michael O'Leary (Ryanair) ad Ana Botin (Santander) - e per finire anche una testa coronata, come l’ex regina Beatrice d’Olanda. Ma lei per certi versi "gioca in casa", visto che fra i promotori del Bilderberg Group c’era suo padre, il principe Bernardo.

Da molti anni, il numero dei partecipanti è fisso, intorno alle 130 unità, con una preponderanza dell’Europa (due terzi circa) e il resto di invitati dagli Usa. D’altronde la lista degli oltre 130 partecipanti (assente quest’anno il decano David Rockefeller, che durante la conferenza 2015 compirà 100 anni) è lo specchio di una visione novecentesca, per certi versi superata, dei centri di potere globale. Pressoché assenti, ad esempio, i rappresentanti dei paesi Brics: niente Cina, un solo russo (un professore di economia), zero brasiliani o indiani. I greci hanno fatto la parte del leone negli ultimi anni, ma questa volta la loro presenza è modesta, incentrata sul versante imprenditoriale anziché politico. Varoufakis sarebbe stato ospite gradito, ma comprensibilmente per tre giorni gli è impossibile chiamarsi fuori dalla crisi del suo Paese. C’è il presidente del parlamento turco, che però rischia di diventare un ex (e quindi automaticamente escluso dalla prossima edizione). Già, perché come spiega il sito del Bilderberg, non sono ammesse le autocandidature: si partecipa solo su invito. Ed essere influenti - o meglio ancora, potenti - è una delle condizioni necessarie per entrare in quello che secondo i fautori del "complotto mondialè - è il "governo ombra del mondo".

Secondo altri, invece, è solo un club ristretto di gente più o meno ricca (o potente) e famosa che una volta l’anno ama ritrovarsi in tutta tranquillità, senza l’obbligo di negoziati preliminari e documenti conclusivi. L’Italia ha ospitato tre vertici (Cernobbio nel 1965 e nel 1987 e Stresa nel 2004) mentre le delegazioni hanno incluso, tra gli altri, Mario Draghi, Ignazio Visco, Romano Prodi, Enrico Letta, Carlo De Benedetti e Gianni Agnelli. Più alcuni giornalisti.

Tutto da dimostrare che il Bilderberg decida i destini del mondo. "Macché governo parallelo del mondo, questa è un’idea davvero stupida, si fanno più complotti a Montecitorio che al Bilderberg - a dirlo è il giornalista Carlo Rossella, che nel 1997 partecipò a un incontro del Club sull’isola di Lake Lanier, in Georgia -.

È invece un luogo con un confronto dialettico di altissimo livello, dove si anticipano i temi che verranno. Ricordo ad esempio che è stato lì, nel 1997, che ho sentito parlare per la prima volta dei pericoli legati all’insorgenza dell’integralismo islamico".

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