Canti buonisti propinati ai bimbi: "Dobbiamo accogliere tutti"

La scuola partecipa alla Settimana dell'accoglienza. E i bambini intonano canti pro-migrazioni: "Cittadini del mondo"

Canti buonisti propinati ai bimbi: "Dobbiamo accogliere tutti"

I bambini sono in cerchio. All’interno quelli di quinta, all’esterno quelli di prima elementare. I più piccoli si sono appena cimentati in un simpatico balletto di gruppo sulle note di una canzone ritmata. Ma ora è il turno dei grandi, di chi il prossimo anno andrà alle medie. La classe si divide diligentemente in due, un arco a destra e uno a sinistra con al centro un grande cartellone con un mondo multicolorato (e multiculturale). Il quadretto è completo.

È venerdì 5 ottobre, ore 14. Siamo ad Arco, piccola cittadina di 16mila abitanti che il lettore conoscerà per essere stato teatro – come raccontato dal Giornale.it - di un incontro tra bambini e migranti. Un faccia a faccia che ha fatto infuocare la polemica a due settimane dalle elezioni provinciali e che ancora impazza sui quotidiani locali. A scontentare Lega e alcuni genitori non è stato solo l’incontro con i richiedenti asilo, ma pure tutto il contorno. Perché per allietare “l’incontro in amicizia” in occasione della Settimana dell’Accoglienza 2018 (cui l’istituto di Arco ha partecipato), agli alunni sono state fatte imparare due piacevoli (?) canzoni da cantare di fronte alla platea di genitori e famiglie straniere. E non parliamo di motivetti qualsiasi, tipo “Il caffè della Peppina” o “Il coccodrillo come fa”. Ma di ben altro: in fondo cambiano i tempi e pure i gusti. E così le maestre hanno insegnato ai loro alunni due brani in perfetto stile buonista: “Una poesia è fatta di versi, come i bambini tutti diversi - intonano i pargoli - Tutti siamo importanti, dobbiamo accoglierci tutti quanti”.

Le strofe di uno dei canti parlano di “etnie, culture, anime diverse” che “arricchiscono sempre chi le sa incontrare”. Oppure disegnano il “villaggio globale di cui parlano tutti” che è “un mondo nuovo costruito con te”. Ma il meglio viene col ritornello: i bimbi diventano “cittadini di un mondo”, di un pianeta “dalle strade infinite” con un “immenso mare di libertà”. Un mondo “accogliente per tutti” che “non dev’essere un sogno, ma una realtà”.

"Il fatto – lamenta un papà in anonimato - è che le prove sono state fatte fare anche a mio figlio, nonostante le maestre sapessero che io ero contrario all’iniziativa e che il bambino non sarebbe andato all’incontro”. Si può parlare di “imposizione”? In fondo basta chiedersi: possono i bambini opporsi a un testo propinato loro dalle maestre? Hanno le capacità di decidere se l’accoglienza indiscriminata è un bene o meno? Ovviamente no. Ma la canzoncina intanto l’avranno imparata e un giorno forse la ricorderanno.

“In Italia l’immigrazione è un problema”, fa notare il genitore. “Il tema non andrebbe affrontato in classe, ma se lo si vuol fare che si racconti tutta la storia”. Tradotto: non si può ridurre l’accoglienza a un inno di buonismo, dove tutti quelli che migrano hanno il “diritto di essere accolti”.

Perché le cronache, la clandestinità, gli stupri, la criminalità, il degrado non saranno favole dal piacevole finale. Ma sono la pura realtà. E fanno parte anche queste del fenomeno migratorio. “La democrazia – chiosa una nonna – non può essere a senso unico”. Non può essere per forza buonista.

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