Per i complottisti Valeria Solesin non esiste

La bizzarra teoria sul web: se non hai un profilo social, la tua identità è stata creata ad hoc dai poteri forti

Per i complottisti Valeria Solesin non esiste

Gli attentati di Parigi? Un false flag, un'operazione creata ad hoc dalla massoneria per convincere l'Occidente a scendere in guerra contro lo Stato islamico (anch'esso manco a dirlo inventato a tavolino dai poteri forti). Parola dei complottisti che, come funghi dopo un temporale, spuntano ovunque dopo ogni attentato, ogni disastro, ogni strage dai contorni poco chiari.

E così anche in questo caso si vocifera di testimonianze - poi censurate dai media - secondo cui i terroristi erano "individui bianchi, giovani, sui 25 anni, identici ai soldati delle forze speciali", ma anche i servizi segreti russi che avrebbero "fabbricato" l'attentato per avere una spalla nei raid a Raqqa. Senza considerare i servizi francesi, già coinvolti - assicurano i complottisti, nella strage nella redazione di Charlie Hebdo.

Ma stavolta, nonostante le immagini e i video amatoriali, si arriva persino a contestare la presenza di vittime. A capo di questa strampalata teoria c'è sempre lui, Rosario Marcianò, noto complottista che si definisce scienziato e che cura un blog su scie chimiche e affini. "Ma ci sono state davvero delle vittime? Inizio ad avere dei dubbi anche su questo", scrive in uno dei commenti in un post sulla sua pagina Facebook.

In particolare i dubbi sono su Valeria Solesin, la ragazza italiana morta al Bataclan e che per Marcianò non sarebbe mai esistita. "Non c'è alcun profilo, ma solo pagine create ad hoc per commemorarla", dice in un commento poi sparito, "Ma la cosa curiose è che questa Valeria Solesin proprio non esiste, sulla Rete, prima di questo evento, per cui è facile pensare che sia un personaggio inventato. Poi che cosa ci avrebbe potuto fare un tipo del genere ad assistere ad un concerto heavy metal il cui pezzo portante era intitolato Bacia il diavolo?".

Complottisti Valeria Solesin

E ancora: "Non un profilo Facebook, Twitter, Google, non una sola pagina che si riferisca a codesta figura prima del false flag parigino.

Una vittima inventata come l'inside job parigino".

Come dire, anche se sei stata volontaria di una delle ong più grandi (Emergency) o se ci sono degli articoli pubblicati su internet a tuo nome, se non hai un profilo sui social (o se non lo rendi ricercabile) non esiste.

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