Immigrati, in Basilicata una coop trasforma un albergo in Cas

A Sasso di Castalda, in provincia di Matera, il nuovo sindaco ha chiesto aiuto a Matteo Salvini per scardinare il modello dell'accoglienza di immigrati introdotto dalla passata amministrazione

Immigrati, in Basilicata una coop trasforma un albergo in Cas

Anche la Basilicata ha "la sua Riace". O meglio ha avuto, finora. A Sasso di Castalda, paesino di 600 abitanti a un'ora da Matera, c'è un nuovo sindaco, Rocchino Nardo, che sta cercando di scardinare il modello dell'accoglienza di immigrati introdotto dalla passata amministrazione.

Un modello che ricorda, appunto, quello del sindaco Mimmo Lucano, ossia un modello d'accoglienza caratterizzato da "inadempienze" e "illegalità". Ma partiamo dal principio, da quel 2015, anno in cui l'amministrazione comunale dell'epoca si accorse che i contratti stipulati con la cooperativa che gestiva l'albergo nel Borgo La Manca non erano regolari in quanto questa, "in contrasto con quanto previsto dal contratto di affidamento", aveva "trasformato" la struttura ricettiva che le era stata affidata in un centro di accoglienza per richiedenti asilo. Una vicenda che, ora, arriva nella scrivania di Matteo Salvini.

Nardo ha, infatti, scritto al ministro dell'Interno per denunciare che "una struttura pubblica appaltata a una coop per fini turistici come borgo albergo (o albergo diffuso ndr) è stata illegalmente trasformata in un centro d' accoglienza, con il tacito assenso, quattro anni fa, dell' amministrazione comunale e della Prefettura". "Bisogna ripristinare la legalità", ha spiegato il sindaco che, ora, chiede "il rispetto degli accordi sul numero di migranti da ospitare". Nel Borgo La Manca, nelle casette vecchio stile, oggi ci vivono oggi 35 richiedenti asilo africani con un canone annuo di soli 5.000 euro.

"Ma ci sono stati momenti in cui si è arrivati a ospitare anche 50 migranti", aggiunge il sindaco. E la coop Opera, si legge sul quotidiano La Verità che riporta la notizia, ritiene addirittura di poter gestire fino a 60 unità. "Quando ero all' opposizione ho sempre contestato", spiega il sindaco, "fino a ricorrere alla Corte dei conti e a costringere il consiglio comunale a fare causa alla coop, dopo una rivolta popolare, sia per inadempienza contrattuale, sia per il mancato pagamento del canone". E dalla Prefettura arrivavano solo rassicurazioni che i migranti sarebbero a 20.

"Ma ancora siamo a quota 35", lamenta Nardo preoccupato anche perché questi richiedenti asilo in passato hanno creato molti problemi alla cittadinanza di Sasso di Castalda, mostrando con ogni evidenza di non volersi integrare.

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