"Io, schiavo della burocrazia costretto a dormire in un pozzetto"

Le maglie troppo stringenti della burocrazia hanno mandato in crisi la sua impresa. E così si è trovato senza casa e costretto a dormire in un pozzetto dell'acquedotto

"Io, schiavo della burocrazia costretto a dormire in un pozzetto"

Una vita di stenti, obbligato dalla crisi a dormire in un pozzetto dell'acquedotto. Al freddo, con l'apertura coperta da un vecchio tavolo di plastica. E' tutto quello che rimane a Vincenzo, insieme al suo carrello tenda e una piccola baracca.

La sua storia è stata raccontata da Salvatore Riggi, esponente di "Noi con Salvini" in Sicilia, sulla sua pagina Facebook. "Vincenzo dorme dentro un pozzetto dell'acquedotto - scrive allegando le foto - vive in un vecchio carrello tenda e la sua famiglia non è più unità nella loro casa. È un bravissimo carpentiere che, per via della crisi del settore edile, ha pensato di fare la raccolta di metalli che poi vendeva a Catania riuscendo così a mantenere la sua famiglia".

Poi aggiunge: "Un giorno il suo deposito di metalli, per via delle norme in materia sempre più ristrette, gli viene sequestrato assieme al terreno del deposito e alla sua casa adiacente: i figli e la moglie vanno in una casa famiglia e Vincenzo per i primi giorni dorme nel suo furgone al freddo ed in pieno inverno".

I due si sono incontrati una mattina e da quando la sua storia è venuta a conoscenza della comunità locale in molti si sono mossi per aiutarlo: "associazioni, Parrocchia, i servizi sociali del Comune e semplici cittadini". "Lui - aggiunge Salvatore Riggi che è andato a trovarlo - ora vuole un aiuto speciale: non vuole vivere di espedienti e di elemosine, vuole vivere con dignità del proprio lavoro. Vuole che qualcuno lo aiuti ad aprire le maglie della burocrazia che lo hanno imprigionato, così da consentirgli di fare la raccolta di metalli in regola a quanto prescrive la normativa vigente.

L'appello va alle istituzioni, ai tecnici che si occupano del settore ed a quanti avranno la possibilità di fare riacquistare la dignità di un lavoro, che Vincenzo sa fare benissimo, con l'augurio che questa famiglia si riunisca ritrovando la pace e che il nostro Vincenzo torni a dormire in un letto vero. Grazie a quanti potranno accogliere l'appello".

Un appello che non si può non condividere. Morire di burocrazia: solo in Italia è possibile.

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