La protesta dilaga: Tor Sapienza caccia il M5S

La protesta dilaga: sit in anche all'Infernetto. E a Tor Sapienza i residenti cacciano i grillini. Intanto Marino ascolta le storie dei richiedenti asilo e si dimentica dei romani

La protesta dilaga: Tor Sapienza caccia il M5S

Dilaga la protesta conto il degrado. Di periferia in periferia. Tor Sapienza da polveriera diventa la miccia che innesca altri roghi. E adesso c'è la concreta preoccupazione che più zone della periferia romana possano esplodere. Da Roma est a Roma sud, da Tor Sapienza all'Infernetto, dai palazzoni alle villette. Ma l'inferno è sempre lo stesso. Anche qui, infatti, sono arrivati alcuni minori trasferiti in fretta dal centro di via Morandi dopo l’assalto a suon di bombe carta e bottiglie. "Noi non ce li vogliamo", mettono subito in chiaro i residenti.

Imparato l'errore commesso a Tor Sapienza, dove ha tardato a lungo a incontrare i cittadini esasperati da una situazione esplosiva, il sindaco Ignazio Marino si è subito fiondato nel quartiere, non appena ha sentito soffiare i primi venti di rivolta. Ha provato a giocarsi la carta del dialogo e dell'accoglienza per convincere i residenti a parlare con gli immigrati "che non sono pacchi da spostare e hanno anche storie di dolore e guerra". La solita litania buonista, insomma. All'Infernetto, però, i residenti non si sono lasciati abbindolare da un sindaco che subisce passivamente le politiche migratorie fallimentari del governo Renzi. In tutta fretta è stato organizzato un sit in in via Solorno. Qui si trova, infatti, la struttura che ospita i rifugiati. Qui, da quando sono arrivati gli immigrati trasferiti da Tor Sapienza, hanno iniziato a scaldarsi gli animi. "Noi qui non ce li vogliamo, vadano via - dicono i romani, gentili ma compatti - ogni giorno ci sono furti negli appartamenti e nelle ville, questi nuovi arrivi non faranno altro che incrementare la criminalità". È lo stesso malcontento di Tor Sapienza. Perché, in molti troppi casi, immigrati uguale criminalità. I toni, almeno per il momento, sono diversi, più pacati. Per il resto lo scenario è uguale: polizia e carabinieri sorvegliano il centro, per ora blindato, e i ragazzi della struttura guardano dalle finestre scossi e forse impauriti.

A infuocare il clima all'Infernetto ci si mette anche la notizia (girata sui social ma presto rivelatasi falsa) secondo cui i rifugiati fossero ospitati in un centro che si occupa di malati di Alzheimer e inaugurato da poco. In realtà i diciotto ragazzini, tutti tra i 14 e 16 anni, sono stati trasferiti in uno dei tanti casali, in tutto otto, dell’area della struttura rimasti inutilizzati. Insomma sono separati dal centro diurno di cura. E a struttura stessa ci tiene ad assicurare: "Sono di transito". Per trovare posto magari in case famiglia visto che molti sono richiedenti asilo. Da loro è andato, a sorpresa, Marino. Ha voluto parlare con i ragazzi del centro: "Ho ascoltato le loro storie...". Una trovata politica che non incanta i romani. Che non ne possono più. Non a caso a Tor Sapienza i cittadini hanno chiesto ai parlamentari stellati di non farsi vedere in giro. "Il M5S - hanno detto - fa parte di uno Stato che non ci rappresenta. E per questo non sono graditi". E, quando nonostante l'avvertimento la grillina Paola Taverna si è presentata con un paio di consiglieri del V Municipio, gli è stato sbarrato l'ingresso all'assemblea pubblica. "Il quartiere è abbandonato da quarant’anni e mo si fanno vedere tutti - hanno detto - non vogliamo l’accattonaggio dei voti".

Le comparsate di Marino non riscono a spegnere la miccia che ormai è innescata. Altri comitati di quartiere si stanno organizzando per protestare contro il degrado. Proteste che la sinistra bolla con "razziste e fasciste", ma che è sbagliato a classificarle come tali. Il comitato residenti di via Alessandrino, per esempio, ha dato voce a insistenti voci sull'eventuale spostamento degli immigrati di Tor Sapienza in un edificio vuoto di via Casilina. Si parla di "400, forse 600 persone", anche se al centro di via Morandi erano in tutto 45. "Siamo preoccupati - spiegano - perché si sconvolgerebbe un tessuto sociale già difficile, precario, una realtà quotidiana dove i furti sono all’ordine del giorno e le forze dell’ordine stentano a mantenere il controllo".

E avvertono: "Ci opponiamo a qualunque ingresso di centinaia di persone che di fatto verrebbe a stravolgere qualsiasi regola di convivenza civile. Il risultato sarebbe di far esplodere un’altra periferia romana. È davvero questo che si desidera?". Tor Sapienza e l'Infernetto hanno già fatto scuola.

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