Un assalto "democratico". O almeno è quello che credono i 40 antagonisti che ieri hanno accerchiato 7 militanti di Sovranità (CasaPound) a Cosenza. Armati di caschi e bastoni, hanno cercato di impedire lo svolgimento del banchetto in allestimento. Tra i militanti aggrediti anche tre donne.
Ma questo non ha fermato gli assalitori. Anzi. Alla fine l'assalto è "stato respinto - si legge nella nota diffusa du Facebook - e alla fine si sono registrati alcuni contusi". "È vergognoso quanto accaduto questa mattina a Cosenza - scrive Mimmo Gianturco, coordinatore di Sovranità in Calabria e consigliere comunale del movimento a Lamezia Terme – È assurdo che ci sia ancora qualcuno che ritiene di poter essere arbitro di chi può o non può fare politica in Italia. In Calabria le urne hanno già dimostrato che il vento sta cambiando: a chi pensa che sia rimasta solo la violenza per tenerci a freno diciamo che questo è l'ennesimo passo falso perché gli italiani sono stanchi di inettitudine e prepotenza. E la politica, anche e soprattutto se targata Pd, dovrebbe saperlo: per questo farebbe bene a prendere le distanze da questi atteggiamenti verso i quali si è dimostrata finora anche troppo indulgente".
Successivamente la situazione è tornata alla normalità. Ma resta il fatto che la democrazia e la libertà di pensiero, per gli antagonisti, valgono solo quando sono loro ad esprimersi. Gli altri sono da bastonare.
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