Tiziana C., si è tolta la vita per colpa di diversi video hard privati pubblicati in rete. Per farli rimuovere aveva ingaggiato come avvocato Roberta Foglia Manzillo. È proprio il legale, attraverso i microfoni di Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università Niccolò Cusano a rivelare che quei video potrebbero tornare in rete.
Il caso contro i social network
"Tiziana si è rivolta a me per quanto riguarda l'aspetto civilistico i miei interlocutori non erano le quattro persone che oggi sono indagate, ma tutti i social network e i motori di ricerca all'interno dei quali c'erano tutti i video ormai diffusi" precisa durante la trasmissione radiofonica di Radio Cusano, l'avvocato Foglia Manzillo. "Siamo entrate in contatto a fine maggio 2015, tanto è vero che il ricorso è stato depositato il 13 luglio 2015. Ho seguito il caso dall'inizio. Quando Tiziana si è accorta di questa cosa, che i video erano stati diffusi senza la sua autorizzazione, ha ritenuto opportuno intraprendere un'azione civile per la rimozione di questi video all'interno di tutti i motori di ricerca e dei social". Il legale ripercorre passo dopo passo i passaggi giudiziari.
La 31enne la causa l'ha vinta a metà, come spiega il suo legale: "Il ricorso fu accolto solo parzialmente, abbiamo avuto una vittoria parziale. Per quanto riguarda i soggetti contro i quali avevamo vinto, abbiamo avuto il riconoscimento del rimborso delle spese, per quanto riguarda le persone contro i quali Tiziana non aveva ottenuto la vittoria, il giudice l'ha condannata a pagare le spese processuali. A mio avviso la complessità della materia e il riconoscimento parziale del diritto, potevano rappresentare un giusto motivo per compensare le spese processuali, per fare in modo che ognuno si pagasse il proprio avvocato".
Ora i video rischiano di tornare online
Spese che ammontano a 20mila euro circa e che inizialmente si pensava avessero spinto Tiziana alla morte. Ma perché Tiziana non ha vinto la causa? La risposta la troviamo ancora nelle parole dell'avvocato Foglia Manzillo: "Ci sono state delle problematiche di tipo giuridico, rispetto a Yahoo Italia ad esempio la loro eccezione era quella secondo la quale noi ci eravamo rivolti alla sede italiana piuttosto che a quella straniera. C'è un vuoto legislativo che sarebbe opportuno colmare in questo senso, bisogna stabilire che se si hanno delle sedi nel luogo in cui è avvenuto il fatto la sede interlocutrice deve essere quella in cui è avvenuto il fatto". E poi: "Per Google c'era un'altra questione, mentre per quanto riguarda Youtube bisogna indicare tutti gli url in maniera del tutto dettagliata".
Un'operazione lunga ma che risultata vana. Infatti c'è un dettaglio che rischia di far riapparire i filmati di Tiziana e riguarda proprio gli url: "La mia domanda rivolta alla giustizia, però, non solo riguardava la rimozione di quanto già presente, ma anche l'inibitoria per il futuro.Ovviamente io posso indicare gli url del passato, perché sono presenti, anche se infiniti, ma poiché chiedevo anche la rimozione per il futuro, quello che accade un domani, io non posso saperlo, l'url di un domani non posso conoscerlo, purtroppo su questo non ho avuto riscontri. Per quanto riguarda i soggetti contro i quali la causa non è stata vinta, al momento purtroppo potrebbe accadere ancora che qualcuno metta in rete dei video con Tiziana".
Il rammarico dell'avvocato dopo la morte di Tiziana è grande, soprattutto perchè si sarebbe potuta evitare la tragedia se l'udienza fosse stata più rapida.
"Il nostro processo era un processo d'urgenza, bisognava intervenire subito, eliminare alcune immagini da internet deve essere più rapido, per accogliere parzialmente la nostra richiesta ci sono voluti 14 mesi, troppi", come riportato da Napoli Today.
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