Dopo la condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo per "le torture dentro la scula Diaz durante il G8 di Genova", il Pd annuncia di voler presentare una proprosta di legge per introdurre il reato di tortura. "La sentenza della Corte di Strasburgo riapre una ferita mai veramente sanata. Lo fa per dire che in quei giorni a Genova una catena di ordini e responsabilità improprie causò violenze inaudite provocando vittime tra i manifestanti e trascinando nel fango le forze dell'ordine protagoniste di tanta inumana brutalità", ha affermato Emanuele Fiano, capogruppo Commissione Affari Costituzionali, Camera dei Deputati, e membro della segreteria nazionale del Partito Democratico.
"Una moderna democrazia europea non può permettersi di rimanere indifferente - ha sottolineato - Per questo stiamo per introdurre nell'ordinamento italiano il reato di tortura intesa proprio come dolo specifico e aggravante per chi usa violenza in modo ingiustificato o per estorcere dichiarazioni e infliggere punizioni. Con questa legge, che inizieremo a votare in settimana, vogliamo anche ricomporre quel vulnus che sono stati i fatti di Genova per il nostro stato di diritto". E con il Pd si schiera pure Sel che chiede anche i numeri identificativi per i caschi dei poliziotti: "Per ora c'è la proposta di legge - ha proseguito - ma è all'esame del Parlamento da ben due anni e aspettiamo che sia approvata anche quella relativa ai numeri identificativi per i rappresentanti delle forze dell'ordine", afferma il vendoliano Peppe De Cristofaro. Ma la proposta di legge sul reato di tortura non convince i sindacti di polizia.
"Che serva una normativa sulla tortura è indiscutibile, ma bisogna vedere che normativa deve essere applicata perché è chiaro che se vogliamo fare un manifesto ideologico contro le forze dell’ordine, cosa che non ha riscontro in nessun Paese del
mondo, questo è un errore", ha affermato il segretario generale del Sap (Sindacato autonomo di polizia) Gianni Tonelli. "Dover parlare contro un’ipotesi di legge per l’introduzione del reato di tortura potrebbe apparire una cosa aberrante - ha aggiunto Tonelli - ma io penso che in Italia il reato di tortura debba essere recepito da alcune norme in maniera molto semplice: deve esserci un protocollo internazionale sottoscritto anche dal nostro Paese in cui si prevedono sanzioni per il reato di tortura frutto del combinato disposto di una serie di comportamenti che vanno dal sequestro di persona alle lesioni dolose, dalla violenza privata all’abuso in atti d’ufficio".
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