Duelli a distanza, in questo Ferragosto, tra i colonnelli di Forza Italia sul futuro del partito e della coalizione. Come sempre accade, i dibattiti di mezza estate non sono solo intrattenimento per i villeggianti ma l'antipasto di ciò che sarà. Si misurano le parole, si studiano le mosse, osservano le reazioni, costruiscono alleanze. Silvio Berlusconi osserva e ascolta da villa Certosa, apparentemente distaccato ma in realtà assai interessato. Che se la giochino, i suoi, poi a settembre si tireranno le somme, giusto alla vigilia degli scossoni - referendum e conti pubblici - che potrebbero fare traballare Matteo Renzi e il suo governo.
Ma a metà di questa corsa oratoria estiva qualche indicazione già emerge. Chi pensava o sperava che Stefano Parisi, indicato da Berlusconi come riorganizzatore e possibile uomo nuovo del partito, inciampasse in uno dei tanti trabocchetti disseminati sulla strada della politica (ambiente per lui non naturale) deve ricredersi. Il suo, al momento, è stato un percorso netto nonostante stia giocando praticamente solo contro tutti. Sta andando diritto e veloce verso l'appuntamento di metà settembre nel quale metterà tutte le carte in tavola. Per ora dissemina di giorno in giorno indizi su cosa ha in testa ma non prove che lo incastrino a scelte obbligate. Tesse con pazienza la sua tela, soprattutto fuori dall'oligarchia del partito (dove piace assai) senza rispondere alle ormai quotidiane provocazioni di chi mal vede la sua ascesa, primo fra tutti quelle di Giovanni Toti, il governatore della Liguria che non ha mai nascosto le sue ambizioni di leadership e che sta facendo da capofila al variegato mondo del «no Parisi».
Sostiene Parisi, mai smentito, di avere un quotidiano confronto sullo stato di avanzamento dei lavori di rifondazione di Forza Italia con Silvio Berlusconi. Il che aumenta il nervosismo degli avversari interni ma allo stesso tempo aumenta il livello di attenzione e di rispetto dei possibili alleati, che poi sono quelli storici (Lega e Fratelli d'Italia) più i centristi di Alfano delusi (e fregati) dall'abbraccio mortale della sinistra.
Chiedersi ora come finirà è presto, ma certo è che se Parisi arriverà in fondo all'estate con questo stato di forma, be', voglio proprio vedere come sarà possibile non confermargli il mandato di essere il nuovo punto di riferimento del centrodestra. Poco importa con che titoli o galloni.
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