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L'Europa e i fondatori traditi

Pensavamo a una terra di pace e amicizia, è successo il contrario

L'Europa e i fondatori traditi

Quando facevo le scuole elementari era ancora viva l'epopea del Risorgimento, era da poco finita la guerra contro l'Austria e, quindi, a scuola ti facevano leggere libri come Le mie prigioni di Silvio Pellico e altre tragiche storie sui martiri di Belfiore: un ragazzino ne ricavava l'impressione che gli austriaci fossero proprio cattivi. Analoghi odi reciproci ci sono stati fra Francia e Germania, dopo Sedan e ancora dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale. Eppure oggi tutti quei rancori, quegli odi sono scomparsi, dimenticati, è rimasta la condanna del nazismo, l'orrore per la Shoah, ma non l'odio per il popolo tedesco.

Invece, nell'Europa Orientale, dove l'occupazione sovietica è durata fino a quasi trent'anni fa, in Germania, Cecoslovacchia, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania questo processo di pace fra i popoli non è avvenuto. Nell'Europa Occidentale, appena finita la guerra, è stato fatto uno sforzo eroico di affratellamento. I grandi leader europeisti, Churchill, Adenauer, De Gasperi, Jean Monnet, Robert Schuman, Henri Spaak, hanno guidato i loro popoli a volere la pace, a desiderare la fratellanza, a dimenticare il passato.

Non ci sono stati leader altrettanto illuminati nell'Est europeo dove, al contrario, sono andati al potere leader che non hanno accettato le proposte di pace e di amicizia di Gorbaciov e hanno coltivato nel popolo rancore e ostilità verso i russi. E quando sono scoppiati conflitti, gli occidentali hanno soffiato sul fuoco. La Nato, ormai un'emanazione del Pentagono, anziché occuparsi dei nemici islamici, accumula armi e missili ai confini della Russia, diffondendo la falsa notizia che essa minacci la Polonia, i Paesi baltici e scandinavi in un clima di Guerra fredda.

A settant'anni

dalla fine della Seconda guerra mondiale i leader di Bruxelles hanno tradito la missione dei padri fondatori, il cui sogno era che nel dopoguerra l'Europa, dall'Inghilterra alla Russia, diventasse luogo di amicizia e pace.

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