La speranza è l'ultima a morire ma le previsioni per la sorte degli oltre cento migranti dispersi in mare in seguito a un naufragio al largo della Libia non sono certo rosee.
La marina militare libica ha segnalato oggi l'affondamento di un barcone davanti alla costa di Sabratha, a ovest di Tripoli. Sabratha per anni è stata uno dei crocevia del traffico di esseri umani e una roccaforte degli scafisti impegnati ad organizzare le partenze dei barconi verso l'Italia.
Il naufragio - il primo dopo l'entrata in vigore dell'accordo fra Roma e Tripoli per contrastare il traffico di esseri umani, che è riuscito a ridurre gli arrivi di migranti sulle coste del nostro Paese di oltre il 60% - avrebbe come conseguenza la perdita di ogni notizia per oltre cento migranti. L’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, delle forze marittime tripoline, ha riferito che la Guardia costiera di Zuara ha ricevuto ieri una richiesta di soccorso da parte di un'imbarcazione in difficoltà.
Nelle scorse settimane gli uomini della guardia costiera libica erano riusciti a bloccare oltre tremila migranti prima della partenza ma questo non ha impedito che oltre duemila uomini e donne riuscissero comunque a sbarcare sulle spiagge della Sicilia e delle altre isole minori.
Secondo i dati Unchr, al 21 settembre in Italia erano arrivate oltre
102mila persone nel 2017, mentre in tutto il 2016 ne erano arrivati oltre 181mila. Per quanto riguarda il numero dei morti, nel 2017 i decessi in mare presunti sono oltre 2441. Nell'intero 2016 invece furono oltre 5mila.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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