L'imam di Bergamo: "Le donne infedeli prede dei mujahidin"

Hafiz Muhammad Zulkifal tra gli ispiratori della cellula di al Qaeda che da Olbia organizzava attentati in Pakistan

L'imam di Bergamo: "Le donne infedeli prede dei mujahidin"

"Le donne infedeli catturate nella jihad (guerra santa) sono delle prede e dunque i mujahidin (i combattenti) possono farne quello che vogliono". A lanciare la "fatwa" contro le non musulmane non è però il sedicente Califfo Al Bagdadi, ma Hafiz Muhammad Zulkifal, 43 anni, imam e formatore coranico tra Bergamo e Brescia.

Zulkifal è uno degli undici terroristi a processo a Sassari con l’accusa di essere tra gli esponenti di spicco di una cellula di Al Qaeda che da Olbia organizzava stragi in Pakistan. Una cellula che ce l'aveva in particolare con le donne, ree di non rispettare le leggi del Corano: i presunti terroristi avrebbero messo a segno attentati contro le poche scuole islamiche che ammettevano delle studentesse e addirittura organizzato l’omicidio della sorella di uno degli imputati, uccisa in Pakistan perché stava frequentando un ragazzo senza il permesso della famiglia.

Centrale, per l’accusa, il ruolo del formatore coranico Zulkifal che attraverso il suo profilo Facebook incitava alla Jihad o esaltava i caduti in atti terroristici per poi diffondere canti inneggianti ai martiri dell’Islam. In base a quanto emerso dall’inchiesta, l’imam di Bergamo predicava e praticava la supremazia della sharia sulla legge secolare. In una intercettazione, infatti, si paragonava alle forze dell'ordine: "Faccio quello che fate voi! Fermate le persone che protestano con l’uso dei manganelli e cercate quelle persone che fanno dei lavori illegali.

Anche noi facciamo la stessa cosa! Voi lavorate sotto le leggi dello Stato, mentre noi su quelle di Dio!". E dopo aver ordinato e fatto eseguire l’omicidio di una coppia di connazionali, quasi certamente assassinati nel Bresciano nel 2011, aveva sostenuto "Abbiamo fatto una cosa santa per Dio e Dio ci ha protetti".

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