Ondata di migranti da Est, così la Ue li scarica all'Italia

Anche dall'Est entrano migliaia di immigrati. Le Questure al Giornale.it: "I Paesi europei chiudono gli occhi e li lasciano passare". E in Italia arriva chi è stato registrato in altri Stati

Ondata di migranti da Est, così la Ue li scarica all'Italia

Se fosse un evento isolato, sarebbe riconducibile al caso. Ma se due indizi fanno una prova, le informazioni raccolte nelle Prefetture e nelle Questure italiane confermano il dato: l'afflusso di immigrati pakistani in Italia sta crescendo. In fretta. Andandosi così a sommare alla situazione già caotica della gestione della migrazione da sud, gli sbarchi in Sicilia, i centri di smistamento, il Cara di Mineo e tutto ciò che ne consegue. Tutto nell'indifferenza dei Paesi europei di primo approdo, Grecia e Ungheria in testa: secondo le regole di Dublino dovrebbero trattenere questi migranti e farsi carico delle loro richieste di asilo. Ma non lo fanno. Anzi: chiudono gli occhi e li invitano a venire da noi.

I migranti che dopo mesi o anni di viaggio arrivano a Torino, Biella, Macerata e negli altri centri d'Italia non rientrano nel sistema di smistamento che il governo ha istituito per far fronte all'afflusso di immigrati che sta sconvolgendo le coste italiane. Sono un evento inaspettato, frutto della pressione che le popolazioni in marcia stanno compiendo sulle frontiere orientali dell'Europa. Le immagini della stazione di Budapest, il filo spinato dell'Ungheria e la marcia dei migranti generano un colpo di coda che ricade sul Belpaese. Sono entrati in Europa attraverso la Grecia. Da lì hanno proseguito lungo la Serbia, l'Ungheria, l'Austria per entrare infine in Italia. Dove chiedono rifugio politico. Perché proprio qui e non altrove? Semplice, ci spiegano gli stessi pakistani: "In Italia è facile ottenere i ducumenti". (Guarda il video)

Il regolamento di Dublino, a quanto pare, vale solo per l'Italia. A più riprese la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha accusato i nostri governi di far fuggire volontariamente i migranti per permettergli di chiedere rifugio nei Paesi del Nord Europa. Ora però, si sta verificando l'esatto contrario. "C'è sicuramente un passaparola nella comunità pakistana", confermano fonti interne alle questure e le prefetture dei comuni maggiormente colpiti. Sono tutti senza documenti, ma alcuni di loro sono stati fotosegnalati in un altro paese Ue. Probabilmente la Grecia, paese di primo approdo per la rotta balcanica. Ma anche l'Ungheria e l'Austria, evidentemente, chiudono più di un occhio e li lasciano transitare sui loro territori. "In Grecia la polizia mi ha fermato - dice Hamed, nome di fantasia di uno dei tanti pakistani arrivati a Biella - ma dopo alcuni controlli mi ha detto: vai pure". "Lì la polizia è più cattiva - continua Omar -, mentre qui in Italia si sta bene ed è più facile ottenere i documenti".

"Noi siamo ormai scrupolosi nel fotosegnalare chiunque entri in Ue dalle nostre coste - ha detto a ilGiornale.it il viceprefetto di Biella, Davide Garra - mentre gli altri Paesi hanno deciso di farli transitare fino ai nostri confini". Così le prefetture italiane sono costrette a gestire anche l'immigrazione "balcanica", che rende ancora più critica la situazione.

Biella

Uno dei casi più eclatanti è Biella. Città (una volta) ricca per il suo tessile, ma senza arterie di collegamento con i grandi centri cittadini del Nord-Ovest. Nei scorsi giorni sono arrivati 40 profughi dal Pakistan e dal Kashmir e senza alcun preavviso hanno chiesto di essere ospitati nelle strutture di accoglienza. Il più delle volte, però, sono costretti a passare alcune notti all'aperto. Dopo il fotosegnalamento e la visita medica, le loro domande, infatti, devono essere analizzate dal ministero dell'Interno che decide se inserirli (o meno) nel Sistema di Prima Accoglienza per Richiedenti asilo (Sprar). Alle difficiltà di trovare collocazione per i migranti "classici" provenienti da Sud, si è aggiunta quella di arrangiare una sistemazione dignitosa ai pakistani. Ma i posti sono finiti e il flusso non sembra volersi fermare. Molti se ne perdono poi durante il percorso di riconoscimento. Dei nove che due giorni fa hanno bussato alle porte della questura e che erano stati mandati all'ospedale per le visite mediche, solo quattro hanno fatto ritorno agli uffici della polizia. "Non so quanti ne arriveranno né quando accadrà - dice il viceprefetto vicario Patrizia Bianchetto - E il flusso sta aumentando". "Dopo averli rifocillati - aggiunge l'on. Roberto Simonetti (Lega Nord) devono essere rispediti in Ungheria o Grecia: altrimenti diventiamo lo zimbello dell'Europa".

Torino

Anche nella città della Mole antonelliana "si protrae da diversi mesi la stessa situazione". I pakistani dormono nei giardini di fronte alla Questura, nell'attesa di poter essere ricevuti e nella speranza che prima o poi arrivi la convocazione di fronte alla commissione competente a vagliare le domande di asilo. "Sono rifugiati di serie B - conferma a ilgiornale.it Pietro Di Lorenzo, segretario del Siap di Torino - perché non rientrano nel sistema degli Sprar". "La Questura - continua - deve già gestire i migranti inviati dal ministero, per questo non riusciamo a raccogliere più di 5-10 domande di questi che vengono dal pakistan e si presentano di loro spontanea volontà". Anche a Torino la nomea di città accogliente genera un passaparola che si rivela controproducente: "Vengono qui - aggiuge Di Lorenzo - perché non li rispediamo nei Paesi di primo approdo. Gli Stati della rotta balcanica, invece, li fanno passare perchè se ne vogliono liberare". Anche l'Italia dovrebbe adottare le misure che la Francia ha messo in atto a Ventimiglia. Respingere i migranti che hanno fatto il loro primo passo in Europa in un altro paese membro. "Noi invece accogliamo tutti- conclude -: non ci permettono né di respigere, né di far transitare".

Macerata

Lo stesso vale per le Marche. A Macerata, la notte da tra domenica e lunedì 13 pakistani hanno dormito su dei cartoni all'aperto. Rosalia Mazza, vicario del prefetto della città marchigiana che nell'ultimo mese ha dovuto gestire l'arrivo di 70 immigrati da Est, i pakistani sono un "problema non indifferente, visto che nelle strutture siamo già oltre le capienze disponibili".

Il modo in cui questi gruppi di pakistani sono riusciti a mandare in tilt la macchina dell'immigrazione è emblematico di come il ministero dell'Interno e le prefetture stiano annaspando.

Quella che passa dall'Est Europa è una traccia appena aperta, desitanata a crescere. Grazie al passaparola che avviene tra migranti: "Qui in Italia ottenere l'asilo è semplice". E per colpa dell'Ue, che predica l'accoglienza e poi ci scarica gli immigrati.

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