Il Natale di papa Francesco potrebbe essere movimentato. Da mesi infatti è in ballo una questione scottante che al momento il Pontefice ha rimandato: la risposta ai "dubia" di 4 cardinali sulla "Amoris Laetitia", l'esortazione apostolica redatta da Bergoglio a settembre. Ed è proprio su questo punto che si è aperto uno scontro durissimo tra il Pontefice e i tradizionalisti.
I dubbi e la correzione del Papa
Ad emettere l'ultimatum, chiedendo una risposta entro l'Epifania, è Raimond Burke, uno dei quattro firmatari dei "Dubia". Il fatto è che per ora il Papa ha ignorato i loro dubbi "dottrinali" su quanto scritto all'interno del documento pontificio. Nel caso in cui non dovesse arrivare una risposta entro il 6 gennaio, allora Burke potrebbe fare una richiesta di chiarificazione pubblica e ufficiale. Questo tipo di intervento può arrivare pure a correggere il Papa nel caso in cui vebnissero dimostrati errori in materia di fede. Un atto grave e raro nella storia della Chiesa che potrebbe provocare una sorta di terremoto. Esiste un solo precedente con papa Giovanni XXII, ma in quel caso - era il XIV secolo - si parlava di resurrezione e visione di Dio. In punto di morte il Papa fu costretto a ritrattare, definendo le sue elucubrazioni come pensieri personali da teologo e non espressi "ex cathedra".
Raymond L. Burke, Walter Brandmuller, Carlo Caffarra, Joachim Meisner, invece, hanno sollevato i loro "Dubia" in particolare sulla questione della comunione ai divorziati risposati. Ma non solo. A preoccupare i cardinali tradizionalisti è il modo in cui la Chiesa del nuovo corso di Francesco gestisce le norme morali in tema di concezione della vita cristiana.
Il papa: "Resistenze malevole"
La risposta del Papa non si è fatta attendere. Questa mattina Francesco ha tenuto un discorso a cardinali e vescovi della Curia Romana nella Sala Clementina in occasione dello scambio degli auguri natalizi. Ha rivendicato il processo di rinnovazione su cui ha incamminato la Chiesa, mettendo in guardia dalle "resistenze malevole". Tra cui, appunto, quelle dei tradizionalisti. "Non sono le rughe che nella Chiesa si devono temere, - ha detto - ma le macchie! Essendo la Curia non un apparato immobile, la riforma è anzitutto segno della vivacità della Chiesa in cammino, in pellegrinaggio, e della Chiesa vivente e per questo semper reformanda, reformanda perché è viva. E' necessario ribadire con forza che la riforma non è fine a sé stessa, ma è un processo di crescita e soprattutto di conversione". Poi il papa parla delle diverse resistenze che si incontrano: "Le resistenze aperte, che nascono spesso dalla buona volontà e dal dialogo sincero e le resistenze nascoste, che nascono dai cuori impauriti o impietriti che si alimentano dalle parole vuote del 'gattopardismò spirituale di chi a parole si dice pronto al cambiamento, ma vuole che tutto resti come prima l'attacco ai tradizionalisti". Infine, l'attacco ai tradizionalisti: "Ci sono anche - ha detto Bergoglio - le resistenze malevole, che germogliano in menti distorte e si presentano quando il demonio ispira intenzioni cattive".
Queste resistenze si nascondono "dietro le parole giustificatrici e, in tanti casi, accusatorie, rifugiandosi nelle tradizioni, nelle apparenze, nelle formalità, nel conosciuto, oppure nel voler portare tutto sul personale senza distinguere tra l'atto, l'attore e l'azione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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