Non si placa la polemica sul trattato di Caen e la cessione da parte dell'Italia di alcuni tratti del mar Ligure e di quello di Sardegna alla Francia. Nei giorni scorsi la politica si era scontrata sul tema, con Giorgia Meloni in prima fila nel denunciare la cessione a riflettori spenti di "zone molto pescose" e del "diritto allo sfruttamento" di un giacimento di gas appena scoperto nel nostro mare. Ebbene, dopo le reazioni stizzite del Pd alla pubblicazione della notizia sugli organi di stampa, anche la Francia è stata costretta al dietrofront.
Facciamo un salto indietro. Il 25 marzo i francesi terranno una consultazione pubblica per elaborare un documento strategico sul Mediterraneo. Niente di strano. Peccato che ai documenti preparatori del dibattito allegarono delle cartine del mar di Sardegna che già comprendeva la piena operatività del trattato di Coen e - dunque - l'acquisizione da parte di Parigi dei nostri mari.
A sentire il sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, il trattato non è operativo perché il Parlamento non l'ha ancora ratificato. Per Gozi "nessuno intende modificare i confini marittimi tra Italia e Francia". Resta il fatto che la Francia abbia già ridisegnato le sue cartine. Non solo. Perché nel gennaio del 2016 un peschereccio fu intercettato dalla gendarmeria d'Oltralpe, sequestrato nel porto di Nizza e liberato solo dietro cauzione. In realtà il peschereccio si trovava in acque italiane, ma i francesi si comportavano come se fossero state già loro. Parigi alla fine ammise l'errore. Ma se tre indizi fanno una prova...Per Mauro Pili, battagliero politico sardo, infatti, non si sarebbe trattato affatto di un errore. Ci avrebbero provato, insomma. "Sono stati beccati e sono stati costretti a cambiare il tutto a 4 giorni dalla scadenza", scrive Pili su facebook.
Lo stesso, infatti, è successo col la querelle delle cartine modificate.
L' ambasciata francese a Roma ieri ha presentato le sue scuse e si è impegnata a far cambiare il carteggio. Lo stesso ha fatto il ministero della Transazione ecologica, spiegando che non c'è da parte loro il desiderio di "modificare le frontiere marittime nel Mediterraneo".
Il giorno in cui lo capiremo, se mai verrà, sarà facile identificarlo: smetteremo di usare parole straniere in luogo delle nostre italiane: diremo cibo e non food e nessun politicante oserà dire tassa piatta in luogo di flat tax, o jobs act invece di legge sull'impiego.
Questi saranno i segnali della ripresa morale di questo popolo (se mai ci sarà)
Il trattato firmato da un governo sciagurato sarà quindi carta straccia. Resta pero`provato che i governi sinistri dell'era Napolitano hanno sempre giocato contro gli interessi del Paese.
E tutti gli altri politici stavano a guardare? Perchè paghiamo questa banda di incapaci PD che abbiamo nell'attuale governo? Brava Meloni e grazie per l'impegno ed il coraggio.
Se non era per te, la cosa sarebbe scivolata sotto un COLPEVOLE SILENZIO.
sull'affarone e a chi sarebbe dovuta andare.
Io ti riporto il ragionamento che ho fatto io, senza la pretesa che sia giusto, ma mi appare ragionevole.
Qui non serve nemmeno leggere i giornali, uno un po' smaliziato dovrebbe chiedersi se è possibile che un presidente del consiglio parta in quarta e venda un pezzo di territorio italiano ad una nazione straniera senza passare dal parlamento, senza ratifica da parte di nessuno, ecc. ecc., di punto in bianco.
La "notizia" non solo è una bufala, ma ne ha tutte le caratteristiche, quindi è una di quelle bufale facilmente individuabili.
Tu credi a quello che vuoi, ognuno è padrone della propria testa ed è libero di farsi le convinzioni che desidera.
Le acque di cui si parla sono territorio internazionale, visto che sono ben al di là delle 14 miglia marine dalla costa. Secondo te l'Italia può vendere delle acque internazionali che non sono sue?
Non lo so da cosa è stata originata questa voce, forse è stato fatto un accordo informale sulle aree di pesca, non lo so, ma di certo la notizia è falsa.
E' una bufala anche questa?
Ma non ve ne accorgete che è una boiata?