Medjugorie, il dossier segreto: "Ecco la verità sulle apparizioni"

I risultati della commissione voluta da Benedetto XVI: vere le prime sette apparizioni della Madonna, dubbi sui successivi messaggi di Medjugorie

Medjugorie, il dossier segreto: "Ecco la verità sulle apparizioni"

Su Medjugorie la Chiesa ha lavorato, analizzato, cercato di capire. Lo aveva chiesto Papa Benedetto XVI nel 2010 al cardinale Camillo Ruini, cui aveva affidato la guida di una commissione apposita con il compito di stabilire se le apparizioni mariane siano reali oppure no.

Dopo le parole di Papa Francesco, che al suo ritorno da Fatima ha detto di non fidarsi di una Madonna capo ufficio telegrafico, oggi La Stampa pubblica i risultati di quella commissione speciale formata, oltre che da Ruini, dai cardinali Tomko, Puljic, Bozanic, Heranc e Amato. Con loro anche 11 laici, tra esperti e teologi. La commissione si è riunita 17 volte, ha votato ed è andata a Medjugorie una volta per una visita. Inoltre, ha analizzato tutti i documenti presenti nella parrocchia della Bosnia e i report dei servizi segreti della ex Jugoslavia.

Ebbene, i risultati sono stati in qualche modo anticipati dallo stesso Papa: le apparizioni (almeno 7) dal 24 giugno al 31 luglio 1981 sono da considerarsi veritiere, ci sono molti dubbi invece su quanto accaduto dal 1981 fino ad oggi. La commissione ha decretato che i veggenti fossero "psichicamente normali" ai tempi delle prime 7 apparizioni e che non ci fu alcun influsso esterno da parte della parrocchia o di altri soggetti. E non ci sarebbe stata alcuna interferenza demoniaca. In seguito, invece, avrebbero pesato non poco le lotte tra la parrocchia di Medjugorie e il vescovo. Non solo. A rendere scettici i membri della commissione è stato il fatto che i messaggi di Maria negli ultimi tempi tendono ad essere sempre più ripetitivi. Infine, i veggenti avevano detto che le apparizioni sarebbero finite ad un certo momento e invece continuano ad accadere.

Per questo la Commissione ha deciso di votare in due momenti. La prima volta ha preso in considerazione solo le prime sette apparizioni, decretandole veritiere. Poi si è concentrata sulla seconda fase, quella relativa agli ultimi anni di messaggi mariani. Come scrive Tornielli, sulla seconda fase "la commissione ha votato in due tempi. Una prima volta prendendo in considerazione i frutti spirituali di Medjugorje ma lasciando da parte il comportamento dei veggenti. Qui 3 membri e 3 esperti affermano esserci effetti positivi, 4 membri e 3 esperti effetti misti in prevalenza positivi e altri 3 membri effetti misti, positivi e negativi". Ma quando i commissari hanno analizzato contemporaneamente il comportamento dei veggenti e i frutti spirituali delle presunte apparizioni dal 1981 ad oggi, "8 membri e 4 esperti ritengono che non ci si possa esprimere, mentre altri due membri hanno votato contro la soprannaturalità".

Di certo negare la forza spirituale del luogo in Bosnia-Erzegovina è davvero difficile e i fedeli potrebbero risentirne. Per questo la commissione ha scritto nel suo rapporto che il Papa dovrebbe togliere il divieto ai pellegrinaggi organizzati (hanno votato a favore 13 tra membri ed esperti su 14 presenti) e la maggioranza dei commissari ha votato affinché la parrocchia venga trasformata in santuario pontificio. "Una decisione - spiega La Stampa - dettata da motivi pastorali (a cura dei milioni di pellegrini che arrivano, evitare che si formino «chiese parallele», chiarezza sulle questioni economiche) che non implicherebbe il riconoscimento della soprannaturalità delle apparizioni".

Il problema, se di problema si può parlare, è che la Congregazione per la dottrina della fede guidata dal cardinale Gerhard Müller non crede che i risultati della commissione guidata da Camillo Ruini siano da prendere come un pacchetto chiuso. E infatti nel 2016 si è svolta una Feria IV della Congregazione per discutere di Medjugorie.

Il Papa, per evitare di creare ulteriori dissensi all'interno di una già martoriata Chiesa, ha deciso che tutti i pareri della Fiera e della Commissione fossero inviati direttamente a lui. Che ha inviato l’arcivescovo polacco Henryk Hoser come inviato speciale in Bosnia e attende entro l'estate di quest'anno un parere dettagliato. Su cui poi fonderà la scelta finale su Medjugorie.

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