Usare i migranti per ripopolare le aree della Sardegna più colpite dall'emigrazione. Lo aveva proposto Beppe Severgnini dalle colonne del New York Times: ora l'idea è stata rilanciata dalla Cgil, preoccupata per lo spopolamento delle aree rurali dell'isola.
L'idea sarebbe quella di usare i fondi europei e governativi, racconta l'Unione Sarda, per riallocare le famiglie di migranti, che in queste settimane sbarcano a centinaia anche sulle spiagge sarde, in quei villaggi dell'entroterra ormai svuotati dall'emigrazione verso il "continente" o verso l'estero.
"Dobbiamo considerare il flusso di migranti come un’opportunità da cogliere e non come un fenomeno da contrastare", sottolinea il segretario generale, Michele Carrus: Cgil Sardegna starebbe a questo proposito stilando un progetto che dovrebbe venire presentato al vescovo di Ales, cittadina in provincia di Oristano.
"Preferire famiglie di migranti con bambini"
Le famiglie scelte per questo piano dovrebbero venire selezionate accuratamente fra quelle con bambini. L'obiettivo è "puntare su uomini e donne che devono ricostruire da zero la loro vita e potrebbero essere disponibili a farlo nei nostri paesi", spiega Caterina Cocco della Cgil.
Inoltre, sempre secondo il sindacato, "ci sono comunità che vogliono rilanciarsi e hanno l'opportunità di usufruire degli aiuti del programma strategico nazionale per
le aree interne."Chissà se i migranti saranno felici di essere accolti nei villaggi isolati (e ormai spopolati) della Sardegna interna. Difficile che fosse questo il sogno di chi fugge dalla guerra o dalla fame.
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