Come è ovvio che sia, la vicenda della Sea Watch 3 ha avuto una enorme risonanza nell’opinione. Pubblica italiana. Circa due connazionali su tre (63%) l’hanno seguita con particolare attenzione mentre il 29% dei cittadini ne ha almeno sentito parlare. Solo l’8% di non sapere nulla al riguardo. Secondo un sondaggio Ipsos realizzato per il Corriere della Sera, gli italiani si confermano nettamente a favore della linea dura di Salvini che impedisce gli sbarchi dei migranti soccorsi in mare dalle navi delle organizzazioni umanitarie.
Il 59% degli intervistati, infatti, si dichiara molto (34%) o abbastanza (25%) d’accordo con la fermezza e la chiusura dei porti. Il 29% del campione, invece, è contrario. Oggi la linea dura è approvata praticamente da tutto l’elettorato leghista (99%) e risulta largamente prevalente tra i pentastellati (77%).
Anche il 59% degli elettori che si dichiarano essere di centrodestra concorda per fermare gli sbarchi dei migranti. Al contrario, gli elettori di centrosinistra sono in prevalenza a favore dell’accoglienza anche se un buon 19% appoggia la linea del Viminale.
Il consenso per l’azione del ministro dell’Interno Matteo Salvini è particolarmente elevato tra le persone di oltre 35 anni, tra i lavoratori autonomi e tra gli operai.
Particolarmente significativo è il dato riguardante le persone che partecipano alla messa con frequenza elevata: tra queste, infatti, molti apprezzano di più l’operato del ministro che le continue invettive di papa Francesco.
Il consenso alla linea salviniana è legata non tanto per la preoccupazione che l'Italia non sia più in grado di accogliere altri migranti, anche se un buon 28% lo pensa, quanto dall’esigenza di coinvolgere gli altri Paesi europei nella gestione dei flussi (71%).
Sulla vicenda della Sea Watch, gli italiani sostengono che le maggiori responsabilità siano delle cosiddette ong (30%) e non del governo italiano (18%).
Il 20% degli intervistati, inoltre, ritiene che sia l’ong che il Governo abbiano cercato volutamente lo scontro mentre l’11% ritiene che si sia trattato di una sorta di gioco delle parti. Il 21%, invece, non ha un’idea precisa al riguardo e, per questo, non è in grado di prendere una posizione.
Altri risultati significati emergono in merito all’apprezzamento dei protagonisti della storia. Nel “derby” tra capitani, la maggioranza degli italiani (53%) sta con Salvini mentre solo il 23% si schiera con Carola Rackete. Uno su quattro (24%) non si pronuncia.
Gli ultimi dati riguardano proprio le ong e la loro reputazione che con il passare del tempo hanno perso l’immagine positiva che le circondava. Oggi una larga maggioranza degli italiani (56%) le considera organizzazioni che agiscono per scopi economici, mentre solo il 22% ritiene che siano mosse da intenti umanitari.
All’offuscamento della reputazione delle ong si affianca un vero e proprio crollo di fiducia nei confronti delle
organizzazioni non profit che operano nei settori più disparati, dai servizi alla persona alla cultura, dallo sport alla cooperazione internazionale. L’apprezzamento per le no profit passa dall’80% del 2010 al 39% di oggi.
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