I numeri parlano chiaro. Anzi: chiarissimo. Da quando Salvini è al Viminale, infatti, una valanga di richieste di asilo presentate dai migranti sono state rigettate. Le concessioni dei permessi umanitari, prima dell’ingresso del decreto Salvini che ne abolisce l’esistenza, sono infatti crollate dal 26% al 17%. Ed è probabile che ora, con la nuova normativa, saranno ancora meno gli stranieri che otterranno un permesso di soggiorno biennale.
Sono 6mila le domande di asilo che in un solo mese le Commissioni territoriali hanno scartato. Molto più che in passato. In fondo era stato il Viminale, in estate, a chiedere alle prefetture di dare un taglio alle “regalie” concesse durante i governi del Pd. E i funzionari si sono adeguati. “Volere è potere”, amava ripetere Salvini. Stavolta il motto sembra azzeccato.
Nel 2017, come più volte ricordato dal Giornale, su migliaia di richiedenti asilo solo l'8% ha ottenuto lo status di rifugiato, la stessa cifra per la protezione sussidiaria e oltre il 25% sono potuti rimanere nel Belpaese grazie alla protezione umanitaria. Il dl Salvini, come noto, ha abolito questa forma di documento, sostituendolo con altri permessi di soggiorno legati alla malattia o alle condizioni dello Stato di provenienza.
Il pugno duro riguarda però anche le altre forme di protezione. Mentre scompare l’umanitaria, infatti, le direttive e le circolari di Salvini hanno prodotto un altro risultato.
Ovvero hanno permesso di aumentare il numero di dinieghi di qualsiasi forma di protezione. Il 72% di chi ha fatto domanda di asilo, infatti, ha ricevuto un netto diniego. E pensare che, come riporta Repubblica, a giugno i rigetti erano al 59%. Un aumento considerevole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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