In manette sei persone responsabili di alcune onlus che operavano nella gestione di numerosi Centri di accoglienza straordinaria (Cas) in provincia di Latina per i reati di falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e maltrattamenti nei confronti dei migranti. Dopo aver effettuato accurati sopralluoghi all'interno di numerosi centri la polizia ha riscontrato gravi situazioni di sovraffollamento e carenze di natura igienico-sanitaria.
Le indagini sono state effettuate partendo dalla documentazione depositata dai responsabili delle onlus per la partecipazione ai bandi di gara indetti per l'accoglienza dei migranti: sono emerse gravi e sistematiche violazioni nell'esecuzione degli obblighi assunti dai gestori dei centri in sede di aggiudicazione delle gare.
Le intercettazioni delle forze dell'ordine hanno consentito di acclarare che una onlus si spartiva la gestione dei richiedenti asilo con un'altra onlus, senza aver fatto alcuna comunicazione alla Prefettura di Latina.
"Se denunciate vi faccio revocare l'accoglienza"
Il gestore di uno dei centri di accoglienza rivolgeva una minaccia agli ospiti della struttura, che lamentavano, tra le altre cose, la mancanza di acqua calda, le cattive condizioni igienico sanitarie e il sovraffollamento: "Se denunciate, vi faccio revocare l’accoglienza". Le indagini sono nate proprio dalle proteste di un gruppo di cittadini extracomunitari, ospiti di alcuni Cas, che lamentavano continui ritardi nel pagamento del cosiddetto "pocket money", la piccola diaria giornaliera versata direttamente agli ospiti delle strutture.
Fondi utilizzati anche per feste private
Le indagini hanno consentito di scoprire un business che non teneva conto delle esigenze delle persone accolte, spesso impaurite, minacciate, stipate in appartamenti o villette (una ventina in tutto) inadeguati, fatiscenti e con scarse condizioni igieniche. I fondi, come ha confermato lo stesso questore di Latina, venivano distratti per fini personali e in un caso sono serviti per pagare cerimonia e ristorante in occasione di un battesimo del figlio di uno dei membri del sodalizio criminale.
Le strutture coinvolte
Per la onlus "La Ginestra", che gestisce molti Cas a Fondi, gli investigatori hanno rilevato che, a fronte di una capienza certificata dalla Asl di 56 unità, i responsabili - in sede di partecipazione alla gara - avevano dichiarato una disponibilità di posti doppia, arrivando in certi periodi a ospitare un numero di migranti quattro volte superiore alla capienza stessa. Il presidente dell’onlus in questione, Luca Macaro, 35enne, pur avendo ricevuto dalla prefettura 4.114.112 euro tra il gennaio 2015 e il settembre 2017, avrebbe violato le condizioni previste nella convenzione, "ospitando gli stranieri in strutture sovraffollate ed in condizioni disumane". Macaro, nella qualità di presidente, si sarebbe corrisposto uno stipendio lievitato nell’arco di due anni da 1.500 a 5.500 euro al mese, incassando tra febbraio 2015 e agosto 2017 un compenso complessivo di 102 mila euro. Secondo la Polizia, avrebbe anche stipulato un contratto di locazione di un immobile di proprietà dei genitori, per un canone mensile iniziale di 3 mila euro, raddoppiato "senza giustificato motivo" nel giro di un anno e mezzo, e avrebbe gestito di fatto la neonata onlus "Villa Lu.Da" (di cui risultava amministratore unico la madre), beneficiaria nell’arco di soli 13 mesi di oltre 294 mila euro per servizi di pulizia in realtà mai effettuati.
Un altro degli arrestati, Luigi Pannozzo, 39 anni, anche lui di Fondi, quale presidente della onlus "L’Azalea" si sarebbe aggiudicato una convenzione con la Prefettura di Latina per l’affidamento del servizio di accoglienza di numerosi stranieri, "dichiarando falsamente che gli stessi sarebbero stati ospitati in una struttura (abitata da sua nonna) diversa da quella poi realmente utilizzata, che si rivelava realizzata abusivamente e presentava gravi carenze igienico-sanitarie". Analoghi problemi urbanistici ed igienico-sanitari sono stati accertati per quasi tutti gli altri immobili locati da Pannozzo per l’accoglienza dei migranti: i controlli hanno verificato in alcuni di essi la mancanza di acqua calda, un sistema fognario inadeguato, l’assenza del certificato di agibilità e un pesante sovraffollamento.
Accertata anche la falsificazione dei dati riferiti alla Prefettura sul numero effettivo degli stranieri ospitati al fine di percepire indebiti pagamenti e la distrazione da parte del presidente de "l’Azalea" della somma di 2.500 euro dai fondi destinati all’accoglienza per il pagamento del banchetto del battesimo del figlio.
Dalle intercettazioni emerge che l’Onlus "L’Azalea", di fatto, "si spartiva la gestione dei richiedenti asilo con la onlus Philia" (di cui è rappresentante legale e socio amministratore Orlando Tucci, 28 anni, di Terracina), "senza alcuna comunicazione alla Prefettura di Latina". Ai domiciliari, oltre Tucci, sono finiti Paolo Giovanni de Filippis, 39 anni, di Fondi, e i coniugi Graziano De Luca, 37 anni, di Terracina, ed Erica Lombardi, 36 anni, di Fondi.
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