Milano, islamico pesta la moglie: voleva togliersi il velo per il caldo

Due anni di violenze in un appartamento di periferia. In un'occasione l'ha picchiata fino a farla abortire, un'altra volta l'ha punita perché voleva andare dal medico

Milano, islamico pesta la moglie: voleva togliersi il velo per il caldo

Una quotidianità scandita da calci, botte e insulti. Sono due anni di violenza quelli vissuti da una 26enne originaria del Bangladesh trasferitasi a Milano con suo marito nel 2016. La donna è stata spesso vittima di pestaggi da quando è arrivata in Italia.

Una volta il marito islamico l'ha massacrata di calci al ventre. Tanto da farla abortire. In un'altra occasione, poi, la 26enne è stata picchiata dall'uomo solo perché voleva togliersi il velo islamico a causa del caldo.

Solo di pochi giorni fa l'ultima aggressione: il marito l'ha colpita, nel cortile di casa in zona Maciachini a Milano, perché voleva sottoporsi a una visita medica. La donna, a quel punto, ha chiamato i carabinieri e ha raccontato storia di violenze mai denunciate. L'uomo è stato poi arrestato per maltrattamenti in famiglia.

Ieri un altro episodio di violenza si è consumato sempre nel capoluogo lombardo. Un afghano con permesso di soggiorno, poi bloccato dalla polizia, ha preso a cinghiate la moglie.

"Dopo il caso della donna picchiata a cinghiate dal marito afgano in Piazza Selinunte, oggi un nuovo caso di violenza legato alla condizione di sottomissione di molte donne in alcune comunità straniere", ha scritto in una nota Silvia Sardone, consigliere comunale e regionale di Forza Italia. "Questi episodi rilanciano la questione della sottomissione di molte donne islamiche, senza alcuna libertà, nemmeno quella di andare dal medico o di togliersi il velo. Due episodi in due giorni sono gravi. Le donne di sinistra cosa dicono? Come mai stanno zitte in queste occasioni?Come mai non manifestano?"

Sul caso si è espresso anche Riccardo De Corato,

assessore regionale alla Sicurezza: "Quanto successo nel fine settimana a Milano deve farci, ancora una volta, seriamente sulle conseguenze dell'Islam radicale e della condotta dei suoi osservanti".

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