L'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega nella notte fra il 25 e il 26 luglio ha sconvolto l'opinione pubblica anche se qualcosa sembra non tornare. Diverse piste sono aperte e i due indagati per omicidio, Elder Finnegan Lee e Gabriel Christian Natale Hjorth, si rimpallano le colpe. La ricostruzione è più o meno la stessa, ma su alcuni dettagli si perdono. Ad esempio sull'arma: come faceva Gabriel a non sapere di quel coltello?
Intanto, Elder Finnegan Lee ha confessato di aver colpito con otto coltellate mortali il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ma si giustifica dicendo di non averlo riconosciuto come un uomo appartente all'Arma. "Non ho mai visto un militare in borghese, credevo fossero due spacciatori. Io non capisco l'italiano", ha detto Edgar ai carabinieri che lo hanno interrogato. Ma queste parole così sconnesse non sono state ripetute al giudice a Regina Coeli nell'interrogatorio di convalida del fermo. Lee, infatti, davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. E ricordiamo che i due carabinieri, appena entrati in contatto con i due americani, si sono presentati come uomini dell'Arma in borghese. Lo ha espressamente detto l'altro indagato. I due militari, quindi, prima della colluttazione si erano qualificati.
Intanto, Gabriel Christian Natale Hjorth ha confermato quanto aveva messo a verbale il giorno prima: la truffa subita dagli spacciatori, l'aspirina polverizzata al posto della cocaina, il ricatto messo in piedi per restituire lo zainetto a Sergio Brugiatelli e la colluttazione con i militari Rega e Varriale.
Nonostante Elder non ripeta quello detto nei giorni scorsi, il gip, al termine degli interrogatori di ieri, ha convalidato l'arresto per entrambi. Le accuse? Omicidio volontario aggravato in concorso e tentata estorsione. Ma come dicevamo ci sono ancora molti lati oscuri in questa terribile vicenda.
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