Il Veneto non ci sta ad accogliere immigrati. Non più di quanto stia già facendo. E molti sindaci lo hanno fatto presente più volte, anche ai prefetti competenti nella gestione dell'emergenza immigrazione. Tanto che più di una volta i rappresentanti del governo sul territorio sono arrivati ai ferri corti con i primi cittadini. L'ultimo caso è quello del prefetto di Venezia, Domenico Cuttavia, che di fronte all'insistenza dei sindaci contrari all'accoglienza, è arrivato a minacciare di essere pronto a "rivolgerci ai magistrati".
In poche parole, il prefetto vorrebbe portare i primi cittadini di fronte ai giudici. "Adesso basta - ha detto Cuttavia al Corriere - Se succederà ancora mi rivolgerò alla magistratura. Qui si parla di turbativa d'asta". Il motivo di tanto astio è lo smistamento dei profughi sul territorio veneto. Molte città hanno riferito il loro diniego a rendere disponibili strutture cittadine per i migranti, così molti profughi sono finiti ad invadere piccoli paesi che - come nel caso di Cona - si ritrovano ad avere 600 profughi e 200 abitanti. Se gli altri comuni si fossero resi disponibili - ha aggiunto il prefetto - "avrei salvato sia Cona che Eraclea, ma non ho avuto scelta".
L'impossiblità di fare altrimenti fu dovuta al fatto che una volta emesso il bando per invitare albergatori e cooperative a presentare la propria candidatura per ospitare (a spese degli italiani) gli immigrati, in molti si sono tirati indietro. "Questa estate ho emendato un bando, ero riuscito ad ottenere la disponibilità di 800 posti. Alberghi, residence, appartamenti: privati titolari di immobili che, all'apertura delle buste, si erano proposti di ospitare i migranti". Peccato che poi si siano tirati indietro. "Il giorno dopo averlo comunicato ai sindaci dei Comuni interessati - aggiunge il prefetto - ho ricevuto la disdetta di 700 posti".
Il timore di Cuttavia è che i sindaci abbiano fatto pressioni indebite sui cittadini che avevano partecipato al bando, facendogli cambiare idea. "Non ho strumenti per affermare che i proprietari abbiano subito pressioni - conclude il prefetto - ma la prossima volta prenderò le mie precauzioni.
Con il bando attuale informeremo comunque i sindaci, ma in caso di dietrofront interesseremo la magistratura, perché sarebbe grave che i primi cittadini avessero convinto i privati a tornare sui loro passi. C'è un reato che definisce questo atteggiamento, si chiama turbativa d'asta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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