
I migranti vengono cacciati dal prefetto e un piccolo paesino nel Molise si ribella. Questa storia arriva da Ripabottoni, un comune molisano di circa 544 abitanti. Come riporta il Corriere, un'intera comunità si è opposta al provvedimento della Prefettura che ha deciso di chiudere la struttura Xenia che ospitava circa 32 migranti per spostarli altrove. Il giornale locale Primonumero spiega che i migranti ospitati nella struttura erano troppi secondo il prefetto. Da qui la decisione di predisporre l'allontanamento fissando un'altra destinazione.
Da qui è scatatta la "rivolta" del Paese: I nostri concittadini – racconta il parroco di Ripabottoni don Gabriele Tamilia - hanno iniziato a interagire con questi ragazzi stabilendo ottimi rapporti con loro. Le nostre due comunità cristiane, cattolica e protestante, li hanno inseriti nelle rispettive attività.
I vitelloni neri, ( Ben pasciuti) tornino da dove sono venuti, e invece di abbandonare i loro vecchi, le loro donne e i bambini, con il loro lavoro, facciano fiorire la loro terra e le varie attività. Certo che è più comodo mettersi a fare il nullafacente mantenuto, da una società che per dare a te, fa morire di stenti, parte della sua gente. Comunque questo non può durare a lungo, e prima o poi sicuramente ci deve essere la resa dei conti, anche a costo di sfasciare completamente quel che resta di questo paese, che i mer dosi cattocomunisti hanno fatto diventare una cloaca
di un piccolo borgo sperduto chissà dove. Stravolgere le abitudini e addirittura
il proprio modo di pensare, concepire e vivere le cose: questa è 'Metanoia' improvvisata
che gli apparentemente moderni abitanti del locale paesino non pensavano di
poter esprimere e manifestare.
Inviare subito, nello stesso paesino, altri mille extracomunitari tra i quali inserire qualche soggetto dall'indole potenzialmente pericolosa. Tanto per dare anche quel tocco di feroce imprevedibilità che non guasta mai quando si tratta di sfuggire all'abbraccio mortale
della Noia.
PS. La matematica non è un'opinione Ohi !