La donna che ha sfidato il presidente del Venezuela, Maduro, cede a una malattia implacabile. Donna Martina Mussolini, era figlia di Guido Mussolini, nipote del Comandante Vittorio e pronipote di Benito Mussolini. Martina Mussolini aveva a giugno pubblicato un libro dal titolo "Fascismo: Stato sociale o dittatura?" un ricerca della durata di sei anni sulla Carta del Lavoro e sulle leggi fasciste a tutela dei lavoratori. Nel suo lavoro editoriale sosteneva che certe interpretazioni sono raccapriccianti", nella fattispecie aveva stigmatizzato le parole della ex ministro, Sig.ra Fornero, quando aveva affermato che si rischia di tornare al lavoro delle donne al tempo del Fascismo, una frase che l'aveva mandata su tutte le furie alla quale Martina Mussolini aveva risposto che non si poteva certo dimenticare che il regime aveva creato i nidi d'infanzia interni alle fabbriche allo scopo di permettere alle lavoratrici di avere il supporto dello Stato anche dopo la gravidanza. Sosteneva inoltre che parlare di dittatura e condensare tutta l'esperienza fascista in una parola è storicamente errato, poiché dal suo lavoro emerge che durante il Fascismo la tutela del lavoratore era totale, tanto quanto quella del suo datore di lavoro, ovvero l'imprenditore. Nata in Italia quarantasei anni fa, portava nel cuore il Venezuela avendo vissuto la sua adolescenza nel paese sudamericano.
Quando il presidente attuale del Venezuela Nicolás Maduro aveva accusato gli studenti venezuelani di "fascismo" Martina Mussolini aveva scritto una lettera aperta alla stampa Venezuelana e internazionale e reiterato la critica nei suoi confronti stigmatizzando la politica di repressione, dicendo senza mezzi termini a Maduro che lui, del fascismo, non sapeva assolutamente nulla e parlava a sproposito utilizzando luoghi comuni. Aveva poi dichiarato che le proteste dei cittadini venezuelani non sono politiche ma sociali, il popolo venezuelano è stanco delle code per il pane e per le cure mediche. Martina Mussolini era anche cancelliera dell' Ordine dell' Aquila Romana, ordine cavalleresco voluto da Vittorio Emanuele III di Savoia nel 1942 per ricompensare i cittadini esteri che meritavano un riconoscimento italiano per le opere svolte a favore della nazione. In seguito, con la Repubblica Sociale Italiana, le decorazione veniva conferita anche ai connazionali. Alla cancelleria dell'Ordine, non riconosciuto dalla Stato italiano, le succede la sorella Orsola. Sempre coerente e sempre senza trarre profitto dal cognome che portava, ma con dignità e senza cercare la celebrità, Roberta Capotosti (FdI) la ricorda come una persona di estrema cortesia, dotata di un sorriso dolcissimo che ne fanno ancora più triste il ricordo.
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