Prima è morto Lamberto Lucaccioni, 16enne di Città di Castello (Perugia) ucciso il 19 luglio scorso da un overdose di ecstasy al Cocoricò di Riccione. Poi, dopo settimane di polemiche e la chiusura del locale, ha perso stanotte la vita Lorenzo Toma, 18enne salentino che ieri ha passato la serata alla discoteca Guendalina a Santa Cesarea Terme (Lecce).
Entrambi sono morti dopo una serata in cui volevano solo divertirsi. Sono morti durante le vacanze, dopo aver ballato, riso e scherzato con gli amici. Da giorni ci si interroga sulla decisione del prefetto di chiudere il Cocoricò: servirà davvero a evitare casi simili? Non è meglio ripensare il modo in cui si fa prevenzione, con campagne serie a scuola e nei luoghi di aggregazione giovanile? A dire la sua oggi è il sindaco di Gallipoli che su Twitter lancia una provocazione che sta già facendo discutere: "Se le famiglie esercitassero un pò più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco", dice, "Se non sai educare non procreare". Una dichiarazione "di una tale mediocrità e volgarità oltre che lesiva del dolore di coloro che piangono i loro figli da non meritare alcuna risposta", dice l’avvocato Roberto Bianchi, legale della famiglia di Lamberto Lucaccioni.
A chiedere un ulteriore giro di vite è anche il Codacons: "In attesa che siano chiarite le cause del decesso, è indispensabile incrementare i controlli nelle discoteche punendo severamente le violazioni delle norme di sicurezza e adottando provvedimenti severi in caso di spaccio di droghe all’interno dei locali", dice il presidente, Carlo Rienzi, "È intollerabile che ragazzi giovanissimi muoiano per una serata in discoteca, e se saranno accertate responsabilità del locale teatro della disgrazia, chiederemo come per il Cocoricò la chiusura immediata della struttura".
Chiede invece maggiore prevenzione il Silp, il sindacato della polizia della Cgil, secondo cui è necessario "implementare gli sforzi tesi a prevenire e reprimere qualsiasi condizione potenzialmente pericolosa per i soggetti che frequentano le discoteche". "Si tratta di un argomento non nuovo che ravvisa aspetti di crescente drammaticità che travalicano i singoli interessi commerciali tali da impegnare ogni soggetto preposto nella lotta tesa a scongiurare ogni condizione ritenuta pericolosa per la sicurezza delle persone dentro o fuori dagli esercizi pubblici", dice il segretario Daniele Tissone, "Viviamo in una società che non riesce a proteggere i soggetti più deboli e che, solo al verificarsi di situazioni come quelle di questi giorni, pensa di risolvere quanto accaduto attraverso provvedimenti di natura restrittiva capaci, nel breve periodo, di sortire l’effetto sperato. Interventi costanti sul versante preventivo e repressivo costituiscono l’unica alternativa.
Ma, per fare questo, serve un investimento di uomini e mezzi sul delicato versante giovanile che consenta la riduzione di fatti-reato che rappresentano, oggi, la punta di un iceberg che si dovrebbe, finalmente, portare alla luce in maniera definitiva".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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