Napoli, presi 56 falsari "Hanno fabbricato il 90% degli euro falsi nel mondo"

Avevano prodotto anche una banconota da 300 euro. Coinvolta la mamma della bimba morta a Caivano

Napoli, presi 56 falsari "Hanno fabbricato il 90%  degli euro falsi nel mondo"

Oltre 50 persone sono state arrestate dai carabinieri di Napoli e Caserta per aver falsificato banconote, monete, valori di bollo e sigilli pubblici. In 56 sono ora accusati di associazione per delinquere e contraffazione.

Il gruppo era noto in tutta Europa e faceva parte del cosiddetto "Napoli Group", sigla che include varie organizzazioni campane ed a cui, secondo gli inquirenti, è riconducibile il 90% degli euro falsi nel mondo. Le indagini sono cominciate nel 2012 e sono state coordinate sia dalla direzione distrettuale Antimafia di Napoli che dai pm di Santa Maria Capua Vetere, cercando di localizzare i canali di distribuzioni e le stamperie clandestine di banconote false, riconducibili a gruppi legati a clan dell’hinterland napoletano.

La contraffazione e lo smercio di banconote false, ma anche di valori da bollo, avveniva nel Napoletano, ma tutti i valori venivano smerciati nelle province di Torino, Bologna, Foggia, Genova, Milano, Cassino, in Sicilia e in Calabria, oltre che all’estero. In particolare, a Napoli, c’era una stamperia clandestina con macchinari di stampa Offset "specializzata in banconote", che ne ha prodotte nell’ordine di diversi milioni; a Gallicano, nel Lazio, una zecca clandestina produceva monete da uno ai due euro false; e ad Arzano, nel Napoletano, venivano confezionate marche da bollo telematiche e ’Gratta e vincì falsi. Secondo gli inquirenti le banconote false stampate in Italia e soprattutto quelle fatte in Campania, nel mercato criminale vengono considerate prodotti "di alta qualità". La banda, ha spiegato il comandante del Nucleo falsificazione colonnello Ferace, ha osato addirittura stampare una banconota da 300 euro e ha provato a spacciarla in Germania.

Nell'inchiesta è stata coinvolta anche Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna vittima di abusi e morta il 24 giugno scorso dopo essere caduta nel vuoto a Caivano. Secondo l’accusa, la donna acquistava consistenti quantità di banconote contraffatte da Giuseppe Manzo, un altro abitante del parco Verde di Caivano arrestato questa mattina. Successivamente le rivendeva ad acquirenti abituali che provvedevano a spenderle nei negozi e nei supermercati.

"Io con questa cosa dei falsari non c’entro assolutamente nulla", dice all'Ansa, "Sto andando dal mio avvocato Gennaro Razzino per cercare di capire cosa è successo, cosa sta succedendo e perché io sono stata chiamata in causa in questa vicenda. So solo che quando ho visto i carabinieri ho pensato alla mia piccola Fortuna, non certo ad una vicenda del genere".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica