Nasce la prima scuola che rifiuta l'ideologia gender

Il progetto partirà a metà settembre con 20 alunni e insegnanti volontarie. Ma i promotori sono certi di in pochi anni di poter arrivare anche alle superiori

Nasce la prima scuola che rifiuta l'ideologia gender

Le associazioni cattoliche lo avevano detto: la 'Buona scuola' di Renzi è il primo passo per aprire all'insegnamento dell'ideologia gender nelle scuole italiane. Così, visto che il premier e segretario del Pd non intende tornare indietro, alcuni hanno cominciato ad atrtezzarsi. Nel vicentino, a Poleo, quest'anno nascerò la prima scuola "gender free".

Una scuola che rifiuta i sistemi educativi della scuola pubblica. Secondo quanto riportato dal Giornale di Vicenza, la scuola parentale ha ancora qualche problema logistico, ma è sicuro che riuscirà a far suonare la sua priam campanella a metà settembre.

Le iscizioni sono già state aperte e la risposta sembra essere stata più che positiva: 20 famiglie hanno già formalizzato la loro adesione al progetto. Il presidente della Federazione italiana scuole parentali, Pierluigi Bianchi Cagliesi, però, sta pensando ancora più in grande. Le sua ambizioni gli suggeriscono di sognare che un giorno sarà in grando di organizzare un intero ciclo di studi, dalle elementari al liceo. Tutti rigorosamente orientati ad un rifiuto dell'insegnamento dell'ideologia gender.

Al momento la scuola di Poleo potrà stabilizzarsi in alcuni locali di proprietà di una associazione vicentina, "Opera dell'amore" e gli insegnanti, al momento, saranno tutti volontari. Quindi non retribuiti. Per quanto riguarda il progetto educativo, invece, sarà concordato da genitori e insegnanti.

Il progetto delle scuole parentali, si legge nel sito, "nasce dall’esigenza di dare una risposta concreta alla gravissima crisi che sta attraversando il sistema scolastico italiano, sottoposto a una serie di riforme e di sperimentazioni selvagge che ne hanno sostanzialmente danneggiato profondamente il modello qualitativo ed efficiente consolidatosi negli anni, a danno soprattutto dei giovani e dei più

piccoli". Tra queste, appunto, l'inserimento della teoria gender. L'obiettivo, insomma, è quello di "rifondare un modello scolastico sano e in linea con gli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa".

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