La nazionale del Vaticano contestata in campo da avversarie pro aborto

Fischi e insulti duranne l'inno vaticano, scritte e disegni sul corpo delle atlete austrache

La nazionale del Vaticano contestata in campo da avversarie pro aborto

In occasione del ventennale del Mariahilf era stata organizzata a Vienna una partita amichevole fra la nazionale femminile austriaca e quella del Vaticano. Ma l'arbitro non ha fatto nemmeno in tempo a dare il fischio d'inizio e il match non si è disputato. Il motivo? le giocatrici del Mariahilf, ancora prima dell'inizio della partita, si sono sollevate le magliette, mostrando una serie di disegni e scritte pro aborto.

Sulla pelle di alcune atlete austriache si poteva leggere la scritta "my body, my rule", mentre sul ventre di altre era stato disegnato un utero. Secondo quanto riporta La Verità, anche il pubblico, che avrebbe dovuto assistere alla partita, era coinvolto nella contestazione: durante l'inno vaticano, dagli spalti arrivavano fischi e insulti. Poi, i tifosi hanno srotolato alcuni striscioni, con la scritta "no all'omofobia". Il pretesto della partita, quindi, sarebbe servito solamente per mettere in piedi una contestazione verso le idee anti-abortiste, insultando le atlete di una squadra, che avrebbero la "colpa" di far parte del Vaticano.

Ma, una volta capito che la partita

era in realtà un pretesto per contestare il messaggio che inneggia alla vita diffuso dal Papa, le atlete della Santa Sede sono tornate negli spogliatoi, senza fare nemmeno un fiato. Match finito ancora prima di iniziare.

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