Un pensionato di novantasette anni fa causa all'Inps ma i giudici della corte d'Appello rimandano la sua udienza al 2018, quando l'arzillo vecchietto sarà ormai centenario.
Carlo M., di Reggio Calabria ma residente a Roma, ha fatto causa all'Inps per ottenere la pensione d'invalidità che gli era stata negata da una sentenza di primo grado. Rivoltosi alla sezione lavoro della corte d'Appello di Reggio Calabria, l'uomo si è visto disporre il rinvio dell'udienza al 2018: un lasso di tempo omerico per chiunque, ma davvero assurdo per chi ha raggiunto un'età così veneranda. Soprattutto perché per ottenere la sentenza di primo grado - con cui comunque la pensione gli era stata negata - si erano resi necessari dieci anni di processo civile, con la sostituzione di tre avvocati e due giudici.
Come non bastasse, oltre al danno c'è la beffa: la pensione gli era stata negata esclusivamente per un vizio di forma. Nel ricorso introduttivo all'Inps, infatti, era presente un vizio di forma.
Ora, dopo il rinvio dell'udienza di Appello al 2018, i parenti del pensionato hanno deciso di procedere contro il ministero della Giustizia: "Per il nostro cliente non ci sono grandi speranze di godersi la pensione in vita - spiegano i legali - non solo per l’eccessiva durata del processo d'Assise, ma anche per il rinvio quasi «beffardo» che non tiene assolutamente conto dell’età del cittadino".Una storia tanto assurda quanto emblematica degli inaccettabili ritardi della giustizia e dell'ottusità cieca della burocrazia.
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