L'Austria, la Svizzera e soprattutto la Francia hanno triplicato le richieste di rimpatrio in Italia durante l'ultimo anno. Questo ha comportato un forte incremento degli arrivi da parte di richiedenti asilo che entrano nel nostro Paese alla ricerca di qualche forma di protezione non trovata altrove. Tra i soggetti che arrivano in Italia in questo modo ci sono anche alcuni che, con i mano un decreto di espulsione, provano di nuovo a cercare fortuna spostandosi in una nuova regione. A causa di questo meccanismo - e anche per effetto del regolamento di Dublino - il Belpaese ha potuto godere molto poco della Relocation, ovvero quelle "misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell’Italia e della Grecia che, per ragioni geografiche di confine marittimo dell’area Schengen, sono i Paesi europei maggiormente soggetti alla pressione del fenomeno migratorio". Come riporta Il Messaggero, ad oggi sono più di 180mila i migranti ospitati nelle strutture di accoglienza. Inoltre, il sistema voluto da Minniti non è ancora decollato. Il ministro puntava infatti sui sistemi di accoglienza Sprar, ovvero la volontarietà degli enti locali nella partecipazione alla rete dei progetti di accoglienza per richeidenti asilo e riugiati.
Ma la poca adesione da parte dei Comuni rallenta anche il meccanismo dei rimpatri: "Nella valutazione delle richieste di riconoscimento della protezione internazionale, o anche per agevolare i rimpatri nel caso in cui si accerti la mancanza di diritto a restare in Italia, è importante ampliare la rete dei centri di trattenimento, che sono i Cpr, ovvero Centri di permanenza per il rimpatrio", afferma Minniti.
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