Il Nuovo Vangelo ha caratteristiche ben precise: Gesù Cristo è viene dall'Africa, i precetti delle sacre scritture sono capovolti in modo da giustificare l'accoglienza dei migranti e i profughi si piazzano al centro della predicazione rivoluzionaria del Figlio di Dio.
Fa discutere "Il Nuovo Vangelo" di Milo Rau, un'opera a metà strada tra uno spettacolo teatrale e un film in cui il protagonista principale, Gesù, è impersonato dall'attore camerunese Yvan Sagnet, noto attivista che da tempo si batte per i diritti dei cittadini stranieri in Italia.
Il progetto di Rau, tra l'altro sponsorizzato dal Mibac, il Ministero dei beni e delle attività culturali, è un chiaro manifesto politico che, per legittimare il proprio messaggio pro immigrazione, si affida alla religione cristiana.
"Il Nuovo Vangelo" che fa discutere
Il problema è che questo docufilm stravolge la figura di Gesù Cristo per fini politici e sostituisce la fede con il buonismo spicciolo.
Agli occhi del pubblico, il progetto viene presentato come un “manifesto di solidarietà”, composto da “un cast di rifugiati e contadini disoccupati” e con l'obiettivo di ricercare “una nuova scrittura del Vangelo”, in grado di rispondere alle domande scaturite dai problemi sociali del XXI secolo.
Chi sono gli emarginati di oggi? Risposta: i migranti.
Cosa predicherebbe il Gesù Cristo nero de "Il Nuovo Vangelo"? Di accogliere i migranti senza se e senza ma.Milo Rau, prosegue la presentazione dell'opera, “userà teatro e cinema per raccontare le ingiustizie umane”. E, ci sarebbe da aggiungere, stravolgendo completamente la realtà dei fatti a proprio piacimento.
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