Roma, dentro il palazzo dell'illegalità occupato da 4 anni

Siamo entrati nell'ex sede dell'Inpdap, occupata dal movimento per la casa fondato dal "compagno" Andrea Alzetta, detto Tarzan

Roma, dentro il palazzo dell'illegalità occupato da 4 anni

Nel centro di Roma sorge un palazzo di sette piani dove si possono trovare corsi di informatica, laboratori di falegnameria, teatro e musica e un punto di ristoro con vendita di birra artigianale prodotta in loco. Presentato così può sembra un centro polifunzionale e, invece, si tratta dell’ex sede dell’Inpdap di via Santa Croce in Gerusalemme, occupata abusivamente quattro anni fa da Action, uno dei movimenti per la casa più attivi della Capitale.

Chi è Tarzan, il re delle occupazioni a Roma?

A capo dell’operazione c’è il fondatore di Action, Andrea Alzetta, detto Tarzan, consigliere comunale di Sel fino al 2013, re delle occupazioni abusive nella Capitale, che vanta decine di denunce per violazione di domicilio, devastazione di edificio e resistenza a pubblico ufficiale. Proprio nel 2013 la sua rielezione al Campidoglio è stata respinta, in virtù della legge Severino, a causa di una condanna definitiva per scontri di piazza risalente al 1996. È lui che ci fa fare il tour del palazzo dove vivono ben 178 famiglie di 18 nazionalità diverse per un totale di 360 persone, di cui circa duecento bambini. Una piccola comunità autonoma che elegge un proprio comitato gestionale e che si è data delle regole di comportamento precise e, per chi sgarra, parte subito l’espulsione.

La strana alleanza catto-comunista dentro l'ex sede Inpdap

Uno Stato nello Stato che potremmo definire tranquillamente il regno di Tarzan che, orgogliosamente, si vanta di aver ricevuto dal Papa una lettera di sostegno al suo operato che si basa sul concetto di rigenerazione urbana. “Non è un qualcosa che ha a che fare solo con l’architettura ma – ci spiega Tarzan - anche con l’economia circolare e con servizi dedicati ai più fragili. Si tratta di valorizzare un luogo abbandonato non in termini di mercato ma in termini umani”. Un sistema che si regge anche con il beneplacito dei preti di zona tanto che il laboratorio di grafica e arte è gestito dal centro parrocchiale. E, così, girando tra i vari piani del palazzo, abbellito con murales che hanno ben poco di ecclesiastico, scopriamo che vi è anche un’area dedicata alla raccolta alimentare per i poveri di cui si occupa una suora laica, suor Adriana dell’associazione Sentieri verso tutti. Al momento lei non è presente ma è Tarzan a spiegarci come funziona: “Chi viene qui per avere il cibo, deve presentare il modulo ISEE. Non possiamo mica sfamare i ricchi…”. “Di fronte a un mercato che ha invaso anche le relazioni individuali, è necessario ricostruire un’idea di umanesimo e di solidarietà che riscontriamo più nella Chiesa che nei partiti”, sottolinea il fondatore di Action.

Il giro d'affari che ruota intorno alle occupazioni

Ma di beneficienza c’è ben poco. Patrik, uno dei responsabili originario del Burkina Faso, ci spiega che ogni inquilino adulto deve versare 10 euro al mese e questa cifra, sommata alle entrate del punto di ristoro, dei concerti e degli spettacoli teatrali, serve a coprire le spese vive di gestione del palazzo. In cambio ogni ‘condomino’ vive in stanze che, originariamente, ospitavano degli uffici e, invece, ora sono arredate con letti, armadi e mobili.“Gli spazi variano a seconda del tuo status. Un single ha uno spazio di 15-18 mq ma, siccome io sono padre single, ho 25 mq”, ci dice Patrik. L’edificio in sé si presenta abbastanza pulito e ordinato ma ci spaventa il fatto che vi siano solo tre o quattro bagni per le 100/150 persone che abitano in ogni singolo piano. In un sotterraneo incontriamo due giovani musicisti che pagano 35 euro una stanza dove poter provare in tranquillità per un intero pomeriggio. Maria, nome di fantasia di una donna rumena di mezza età che vive nel palazzo con sua figlia, ci racconta la sua storia. Faceva la badante ma, poi, all’improvviso ha avuto gravi problemi di salute e si è trovata disoccupata. “Ho saputo di questo posto e, prima di abitarvi, mi sono fatta la tessera di Action. Pago 15 euro ogni anno”.

I nostri timori e la violazione di leggi e norme

Ecco, quindi, che sorgono i primi interrogativi: tutte queste entrate saranno contabilizzate o siamo in presenza di una grandissima evasione fiscale? Come può un’associazione privata (Action) affittare delle stanze (sebbene a un prezzo modico) di un immobile pubblico? Oltre a questo viene da chiedersi se sia lecito produrre birra artigianale in uno stabile che, originariamente, era nato per usi del tutto diversi. Logicamente dubitiamo anche del fatto che abbiano le autorizzazioni necessarie per questa attività. Ma non solo. Esiste anche un problema di ordine pubblico. “No, non tutti gli immigrati sono in regola. C’è qualcuno che ha passato qualche mese di galera ma fatti gravi, da che ci sono io, non ce ne sono stati. Quest’anno, però, abbiamo fatto un blitz nella stanza di un ragazzo e di sua madre che abbiamo espulso dopo che abbiamo trovato delle bustine di droga”, ci confessa Patrik. Nell’ingresso del palazzo, subito dietro la portineria, vediamo un cartello affisso in cui si vieta tassativamente di far entrare un altro ex ospite che è stato espulso per comportamento scorretto.

“Abbiamo allontanato una persona che creava problemi, aveva alzato le mani contro un altro”, ci spiega Tarzan che, però, sta ben attento a lasciare le forze dell’ordine il più lontano possibile dal palazzo. “No, non ho mai denunciato nessuno in vita mia”, ci conferma. Ce ne andiamo con il timore che abbiano lasciato un possibile pericoloso aggressore libero di girare per la Capitale.

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