Prima il mondo era diviso in due poli. Da un lato la Nato, dall'altro i Paesi comunisti. Oggi vi sono quattro poli: Usa con l'Europa occidentale, la Russia, il mondo islamico e la Cina. Il punto di partenza della frantumazione è stata la mancata assimilazione della Russia nel sistema atlantico. Quando è stato sconfitto il nazismo gli americani sono stati lieti di accogliervi la Germania liberata. Quando è scomparsa l'Urss, anche se sul Cremlino non sventolava più la bandiera rossa, gli americani e gli europei hanno continuato a comportarsi come se la Russia e le sue repubbliche costituissero un blocco politico autonomo e ostile. Poi ci furono i conflitti in Ucraina, in Crimea e le sanzioni.Il secondo polo, quello islamico, è nato perché gli Usa, voltate le spalle alla Russia, hanno rafforzato la tradizionale alleanza, ereditata dagli inglesi, coi Paesi islamici produttori di petrolio. Ma questo avveniva proprio nel momento in cui, dopo una fase di occidentalizzazione, esplodeva un grande movimento di rivitalizzazione religiosa islamica in cui i movimenti arcaicizzanti, dominando le moschee e le madrase, hanno dato un'impronta integralista a tutto l'islam. I jihadisti appoggiati dall'Arabia Saudita, dai Paesi del golfo, dal Pakistan e dalla Turchia, quando gli Usa hanno rovesciato i regimi laici, si sono impossessati di ampie zone del Medioriente e della Libia da cui partono enormi ondate migratorie islamiche che sconvolgono l'Europa.
La reislamizzazione della Turchia membro della Nato, con le sue ambizioni imperiali, favorisce le correnti islamiste antirusse nelle repubbliche asiatiche con cui la Russia sta costruendo la Comunità economica eurasiatica. L'accordo con l'Iran e l'intervento armato russo in Siria contro l'Isis e le minoranze jihadiste filoturche, sono volti anche a scongiurare questo pericolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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