Omicidio Roma, "L'abbiamo torturato e ucciso poi abbiamo dormito con il corpo"

La confessione di Manuel Foffo e Marco Prato è precisa e puntale. Ricordano tutto, dai soldi offerti a Varani fino alla scelt adi uccidere spinti dal alcol e coca. "Ci siamo trasformati in animali"

Omicidio Roma, "L'abbiamo torturato e ucciso poi abbiamo dormito con il corpo"

Manuel Foffo è uno dei killer di Luca Varani. Nella sua confessione ricorda la giornata passata tra alcol e droga. "Ricordo solo che la morte è sopravvenuta dopo tanto tempo e Luca ha sofferto molto. Lo abbiamo davvero torturato". Dopo aver abusato di cocaina, Foffo e Marco Prato, l'altro ragazzo che partecipava al festino, hanno deciso di uccidere una persona "per vedere che effetto faceva".

"È iniziato tutto settimane fa - continua il racconto - quando io e Marco ci siamo organizzati per trascorrere del tempo insieme. Facevamo uso di cocaina entrambi. Ci siamo chiusi in casa mercoledì 2 marzo. Non abbiamo mai mangiato né dormito. E abbiamo chiamato più volte lo spacciatore per farci portare la cocaina. Quanti grammi non so, ho speso 1500 euro. Abbiamo bevuto fino a scoppiare. Volevamo vedere fino a dove resistevamo". L'amicizia tra Marco e Manuel è alimentata da una sorta di ricatto. Prato si dichiara gay, Foffo invece dice di essere eterosessuale, ma cede alle offerte di sesso di Marco e lui lo filma. Accade una prima volta, poi una seconda, durante un veglione di Capodanno. Foffo sembra subire l'amico, ma continua a vederlo.

Proprio con prestazione sessuali la vittima viene adescata in un appartamento del quartiere Collatino di Roma. Foffo e Prato hanno chiamato Variani e gli hanno offerto 120 euro per avere rapporti sessuali. Marco infatti gli invia il primo sms: "Vieni che c'è roba e soldi per te". Luca risponde subito: "Quanti?". Marco fa la sua offerta: "120 euro". Luca riceve e chiede: "Dove ci vediamo?". Prato precisa il luogo e le informazione per raggiungere l'abitazioene: "Ho una casa una casa a disposizione tutta per noi in via Igino Giordani". Poi una serata di eccessi, e l'ammissione, "ci siamo trasformati in animali".

Il racconto della mattanza, come riporta Il Messaggero, è del 6 marzo, poco dopo la mezzanotte. Foffo si presenta ai carabinieri accompagnato dall'avvocato Michele Andreano, è il padre a convincerlo a confessare, dopo che il figlio gli ha raccontato cosa aveva fatto. "Ammetto - dice in caserma - di aver ucciso il ragazzo che avete trovato nel mio appartamento. L'ho fatto insieme con il mio amico Marco Prato. Abbiamo usato due coltelli e un martello. Io ho colpito Luca al collo e forse anche in altre parti del corpo".

Francesco Scavo, il pm, chiede al ragazzo come mai avessero scelto proprio Varani. Chi dei due lo conoscesse.

Manuel va indietro con i ricordi, è lucido e dettagliato: fornisce ogni particolare dell'esecuzione in stile Arancia Meccanica. Il suo racconto preciso e puntale rivela solo del sadismo. Nessun esiste movente, solo la spinta e il delirio di alcol e cocaina.

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