Ora i migranti fuggono in Svizzera. A luglio si è registrato il record di entrate illegali in Ticino: 1321 persone sono state fermate in una settimana. Con la frontiera di Ventimiglia chiusa, il Brennero bloccato e il passaggio ferroviario tra Como e la Svizzera ulteriormente controllato, ai profughi non resta che sfruttare il confine nord della provincia di Varese.
Dalle sponde del lago Maggiore vicino a Luino fino a Lavena Ponte Tresa e Porto Ceresio, affacciate sul lago di Lugano, e poi giù fino a Chiasso. Si passa, poi, per il sentiero che da Dumenza (paesino di 1000 abitanti nel nord della provincia di Varese) arriva ad Astano, in Svizzera. Si cammina verso l’antico santuario della Beata Vergine di Trezzo, una lunga scalinata, superata la quale si giunge a un sentiero per arrivare alla frontiera. “Sono gli stessi passaggi che usavano gli ebrei italiani per fuggire durante la guerra”, ricordano in paese i più anziani. Si prosegue tra villette e chalet dal prato impeccabile finché non si incontra una piscina all’aperto e si arriva alla fermata degli autobus. Il tutto senza incappare nei controlli perché, dopo l’entrata in vigore di Schegen, i valichi minori vengono trascurati dalle autorità svizzere che concentrano i loro controlli a retro-valico, a poche centinaia di metri dalle dogane. Ma da tre mesi la Confederazione Elvetica ha attivato le forze armate: quattro battaglioni, duemila soldati e un drone, l’Aerospace Ranger Su-27, che tutte le sere decolla dall’aeroporto di Locarno e fa la spola tra Lugano e Chiasso, pattugliando il confine.
Secondo i dati riportati dalla tv svizzera Rsi, fino a un mese fa solo il 10% dei migranti fermati venivano rimandati in Italia, mentre ora si arriva al 70%. Il giornalista ticinese Ludovico Camposampiero sottolinea: “Gli arrivi sono sempre di più. Nel primo semestre del 2016 gli ingressi irregolari sono stati 14602, contro i 10362 dello stesso periodo del 2015”. Per il sindaco di Curiglia Ambrogio Rossi “da queste parti si può solo provare a passare dalle montagne, come ai vecchi tempi”, mentre l’ex sindaco di Dumenza, Corrado Moro, racconta a La Stampa che “due anni fa una donna ha cercato, in inverno, di scalare le pendici del monte Lema ma chi l’ha indirizzata non era certo del posto. Si è trovata bloccata in un metro di neve, l’abbiamo salvata per miracolo”.
Chi prova questa strada, una volta intercettato, viene rispedito indietro senza che abbia la possibilità di richiedere il diritto d’asilo poiché è entrato clandestinamente nel paese ma i migranti che dormono nelle stazioni di Como e Milano ci tentano lo stesso. Camminano nella galleria ferroviaria del Monte Olimpino, dove i treni sfrecciano ad alta velocità, una delle ultime chances per superare il confine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.