Non c'è pace per la povera Pamela Mastropietro. Il suo corpo è stato trovato fatto a pezzi dentro due trolley. E per questo orrore sono stati indagati quattro nigeriani. Ma il dolore per la famiglia della ragazza prosegue. Un dolore che di fatto deve subire anche gli attacchi di chi invia foto anonime alla famiglia.
Foto di siringhe che colpiscono senza pietà il dolore di una famiglia già provata. E così a raccontare cosa sta passando la famiglia Mastropietro in questo momento è stato lo zio della ragazza, l'avvocato Marco Valerio Verni: "Possiamo escludere con certezza che sia stata Pamela a procurarsi un'overdose, se overdose c'è stata. Pamela odiava gli aghi e quei buchi sul polso che sembra le abbiano trovato non ci convincono. Di sicuro non è stata lei a farsi l'iniezione, ma le è stata fatta da qualcun altro: per stordirla, iniettarle un anestetico, perché si voleva abusare di lei? Mia nipote è stata fatta passare come una drogata all'ultimo stadio, ma non era così", spiega a Qn. Poi parla di quelle foto della vergogna che sono state spedite in questi giorni alla famiglia: "Le va resa giustizia, perché non si può infangare la memoria di una ragazza che non può più difendersi, né distruggere una famiglia. Mia sorella ha ricevuto foto offensive da sconosciuti con siringhe e altre cose del genere, ed è una madre distrutta dal dolore".
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