Migrarti. Ovvero arte e migranti. Il progetto del ministero dei Beni Culturali, diretto - per ora - da Dario Franceschini ha rinnovato per il terzo anno di fila il finanziamento da circa un milione e mezzo di euro per realizzare spettacoli teatrali e film che raccontino "le diverse culture presenti in Italia".
Il progetto Migrarti
Sul sito internet si legge che il "progetto Migrarti è nato nel 2016 con l' obiettivo di coinvolgere le comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia, con una particolare attenzione ai giovani di seconda generazione che fanno ormai parte integrante dal punto di vista umano, economico, culturale e lavorativo del tessuto sociale del nostro Paese". Integrazione, insomma. Questa la parola d'ordine. Che però, con l'aiuto del cinema e della cultura, rischia di trasformarsi in propaganda. Quel pensiero (unico) secondo cui l'immigrazione è sempre un bene e mai un problema da affrontare, risolvere e gestire.
Propaganda pro migranti
I "progetti di cinema e spettacolo dedicati alle diverse culture presenti oggi in Italia" torneranno dunque anche quest'anno al centro delle attenzioni del governo. Come scrive La Verità, si tratta di due bandi a cui i candidati potranno iscriversi ancora per una settimana. Poi verranno scelti due vincitori: "Il bando Spettacolo è aperto a progetti di teatro, danza e musica, mentre quello Cinema a rassegne, cortometraggi e documentari - scrive il sito del ministero - Entrambi i bandi hanno l'obiettivo di consolidare il legame con i 'nuovi italiani', riconoscendo e valorizzando le loro culture di provenienza". Per fare un esempio, nella categoria del cinema saranno concessi contributi "per la realizzazione di progetti finalizzati alla valorizzazione e alla conoscenza delle culture delle popolazioni immigrate in Italia nonché lo sviluppo del confronto e del dialogo interculcurale".
"Migrarti – ha detto il ministro Franceschini – aiuta l’espressione creativa delle tante culture e comunità presenti nel nostro Paese e ne favorisce la conoscenza, facilitando il confronto e l’integrazione"
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