Palermo, immigrati gettati in mare perché cristiani

Durante una traversata scoppia la rissa su un barcone per motivi religiosi: 12 persone vengono gettate in mare

Palermo, immigrati gettati in mare perché cristiani

Quindici immigrati sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria dalla Squadra mobile di Palermo la notte scorsa con l’accusa di aver gettato in mare durante la traversata del Canale di Sicilia dodici loro compagni di religione cristiana. I fermati sono tutti musulmani e tra loro c’è anche un minorenne.

Secondo quanto ricostruito in base alle testimonianze di altri profughi, sul barcone sarebbe scoppiata una rissa per motivi religiosi e i musulmani hanno sopraffatto i cristiani e li hanno scaraventati fuori bordo. La polizia avrebbe raccolto "dichiarazioni coerenti", si apprende da fonti giudiziarie, e ci sarebbero anche riconoscimenti fotografici di alcuni degli indagati. Un rapporto è stato consegnato stamattina al procuratore aggiunto Maurizio Scalia. La Procura ha adesso 48 ore di tempo per chiedere la convalida dell’arresto. I 15 fermati fanno parte di uno dei tre gruppi di profughi sbarcati ieri a Palermo con tre diversi navi che li avevano soccorsi nel Canale di Sicilia. "È un fatto terribile.

Se davvero dovesse essere una lite scoppiata per motivi religiosi la causa della tragedia avvenuta nel canale di Sicilia sarebbe ancora più brutto nella tragicità dei fatti, perché getterebbe una luce particolare sulla pericolosità di certi arrivi", afferma il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi. Intanto ll ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato l'autorizzazione a procedere nei confronti dei 15 migranti, di religione musulmana, accusati di omicidio plurimo.

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