Papà Renzi nei guai seri "Si faceva promettere soldi"

L'accusa dei pm: influenzava appalti. In cella l'imprenditore Romeo

Papà Renzi nei guai seri "Si faceva promettere soldi"

Matteo Renzi, da buon provinciale, continua a vantarsi di aver cenato due volte alla Casa Bianca con Obama. Visto i risultati ottenuti dai commensali, sarebbe stato meglio per lui cenare qualche volta in più a Casa Renzi, in quel di Rignano sull'Arno, per tenere a bada babbo Tiziano. Un tipo, il babbo, che ogni volta che si muove combina un casino. E l'ultimo è davvero un gran casino: i pm di Roma lo accusano di aver chiesto soldi per favorire gli amici degli amici nel maxi appalto Consip, la centrale di acquisti pubblici che in un colpo solo ha distribuito due miliardi e mezzo di euro. È una brutta vicenda, che sfiora anche il governo (c'è chi chiama in causa il ministro e braccio destro di Renzi Luca Lotti), i vertici dei carabinieri, alti dirigenti e faccendieri. Ieri è stato arrestato un noto faccendiere napoletano, Alfredo Romeo (già finanziatore di Renzi) e indagato l'ex parlamentare Italo Bocchino.

Fino a prova contraria Matteo Renzi era all'oscuro delle trame illegali, ma resta il fatto che dopo il caso Etruria ancora una volta delicate e riservate questioni pubbliche (il maxi appalto Consip) si intrecciano con gli appetiti personali del cerchio magico fiorentino. Davvero per oltre due anni siamo stati nelle mani di uno spregiudicato comitato d'affari? Lo diranno le sentenze. Oggi possiamo osservare come questo scandalo sia scoppiato esattamente all'indomani che Renzi si è dimesso dal governo prima e dal partito poi. Siccome l'inchiesta non è di ieri ma vecchia di due anni, c'è da chiedersi se i magistrati abbiano avuto paura ad affrontare un presidente del Consiglio in carica e, almeno apparentemente, onnipotente o se stiano partecipando oggi alla guerra interna al Pd (per esempio non è bello che il ministro della Giustizia si sia candidato contro Renzi alle primarie). In entrambi i casi c'è da preoccuparsi: non ci piace una magistratura pavida, temiamo quella politica.

Noi vorremmo sapere con urgenza e una ragionevole certezza se Tiziano Renzi ha commesso gravi illegalità, e nel caso con quali complicità attive e passive. E non magari scoprire, a congresso Pd ed elezioni avvenute, che si trattava di mere congetture.

Da anni la magistratura tenta di pilotare elezioni e governi. Siamo garantisti con Berlusconi, lo saremo con i Renzi padre e figlio, sempre che il loro comportamento e le carte processuali ce ne diano la possibilità. Alla politica dei pm preferiamo sempre quella delle urne.

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