Jorge Mario Bergoglio ha nominato ottocentotre persone da quando è diventato papa. La media, quindi, è di centosessanta "promozioni" l'anno. Una ogni due giorni.
La "rivoluzione" del pontefice argentino passa anche attraverso il "piazzamento" dei "suoi" nei posti chiave. La Chiesa cattolica non può e non deve essere interpretata attraverso una lettura politica, ma la riforma di papa Francesco ha riguardato anche il Conclave. Uno stravolgimento in senso "proporzionale" dell'assise cardinalizia, che non potrà non influire sul futuro della Santa Sede e del cattolicesimo.
I cardinali di nuova nomina, del resto, sono ben sessanta. La maggior parte di questi non proviene da diocesi storiche, le stesse che hanno invece perso il loro primato gerarchico, ma da luoghi tradizionalmente considerati "minori" in termini di rilevanza ecclesiastica. Quarantove neoporporati che, con ogni probabilità, avranno diritto di voto quando si tratterà di scegliere il nuovo pontefice. Centoventuno è il numero complessivo degli attuali elettori attivi presenti nel Conclave.
Bergoglio, considerando che è stato eletto solo cinque anni fa, ha mantenuto e anzi allargato la maggioranza assoluta nel "Parlamento" del Vaticano. Anche se qualcuno fa notare che difficilmente la composizione del Conclave influisce sull'esito della scelta di un nuovo papa. Questo stesso qualcuno, con un po' di malizia, evidenzia come Benedetto XVI sembrasse aver "sistemato" l'assemblea dei porporati per far eleggere Angelo Scola al soglio di Pietro. E invece...Fatto sta che il pontefice starebbe preparando un'altra infornata di "bergogliani" attraverso un concistoro, sì, un altro. Blindare la maggioranza potrebbe risultare decisivo ai fini della continuazione di quanto fatto in questo quinquennio.
Bergoglio - come si legge in questo articolo de Il Tempo - ha il "vizio" delle nomine. Quarantanove donne, per lo più inserite nei dicasteri e nelle commissioni vaticane. Poca cosa, secondo le femministe, che solo qualche giorno fa hanno invitato l'ex arcivescovo di Buenos Aires ad assumere un atteggiamento diverso nei confronti del sesso femminile. Tra queste quarantanove, ovviamente, la più discussa è stata Francesca Immacolata Chaoqui. Poi, ancora, ci sono Barbara Jatta, la prima direttrice dei musei Vaticani e Andreina Rita, che presiede la biblioteca apostolica della Santa Sede.
Ma la "Chiesa in uscita" di Papa Francesco ha cambiato "volto" anche sui territori: ducentodiciannove vescovi promossi durante questo pontificato, di cui novantaquattro destinati alle diocesi e alla Conferenza episcopale italiana: il cardinale Gualtiero Bassetti e monsignor Nunzio Galantino su tutti.
Centotrentuno, sottolinea il quotidiano romano citato, sono i nunzi apostolici nominati da Bergoglio in questi cinque anni. La "rivoluzione" passa anche dalla diplomazia. Duecentotrentaquattro, invece, i cambiamenti che hanno interessato commissioni e dicasteri. Ottantatre, ancora, le novità riguardanti le università, gli istituti e le società. Tra cui anche "il ponte di comando" dello Ior e quello dell'Aif, l'autorità d'informazione vaticana della Santa Sede. La "Chiesa in uscita" sembra diventare sempre più somigliante al suo vertice assoluto.
Ogni pontefice, si sa, ha rimodellato la Curia in funzione del suo indirizzo magisteriale. Ma lo "spoils system" attuato da questo pontificato appare particolarmente incisivo. La "minoranza" resiste ma, almeno per quanto concerne i "posti chiave", sembra essere stata decisamente ridimensionata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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