Papa Francesco sta per ricevere, all'interno di un'udienza privata, alcuni sostenitori del mondo e della causa Lgbt. Ne é sicuro Fredéric Martel, l'autore di "Sodoma", cioè del libro scandalo che ha messo in evidenza la presunta incoerenza di fondo che impererebbe in Vaticano sul tema della omosessualità, ma lo ha rivelato pure Il Fatto Quotidiano. Il che, poche ore dopo la conclusione della due - giorni scaligera, quella organizzata dalle sigle pro life e pro family, non può che suscitare dubbi e perplessità dalle parti dei tradizionalisti.
Soprattutto tenendo in considerazione questo particolare: il pontefice argentino, riguardo al discusso Congresso mondiale delle famiglie, si è limitato a dichiarare di non essersene occupato, aggiungendo di concordare sulla "sostanza", ma non sulle "modalità". Così come aveva fatto, qualche giorno prima, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Alcuni hanno interpretato quelle parole, tanto quelle di Francesco quanto quelle del 'ministro degli Esteri' della Santa Sede, come una presa di distanza. Altri hanno posto l'accento su come il papa e le alte gerarchie ecclesiastiche, in fin dei conti, si siano dette d'accordo. La Chiesa cattolica nella città veneta era rappresentata in minima parte, erano presenti il vescovo Zenti e pochi altri, e le azioni, nelle "cose vaticane", contano sempre più delle parole.
Sono le tempistiche a suggerire la tesi secondo cui Jorge Mario Bergoglio abbia deciso di lanciare un messaggio alle sigle organizzatrici della kermesse. Non dovrebbero essere previste udienze con gli attivisti di Verona. Nell'agenda dell'ex arcivescovo di Buenos Aires, invece, c'è spazio per incontrare coloro che sostengono l'equiparazione delle unioni tra omosessuali al matrimonio. Alla fine del meeting, a cui dovrebbe partecipare pure un noto giudice e professore argentino, il vescovo di Roma - dicono da più parti - procederà per mezzo di un discorso che è già stato definito "storico". Il papa si è sempre dimostrato molto fermo sulla bioetica, ma non si è certo distinto per l'indisponibilità a dialogare con chi, pur trovandosi in condizione di peccato, è alla ricerca di Dio.
Le dietrologie già si sprecano: l'estate scorsa, grazie pure al memorandum di mons. Carlo Maria Viganò, è tornata d'attualità la questione della lobby gay, che Joseph Ratzinger aveva dichiarato di aver sconfitto.
Il summit straordinario sulla prevenzione degli abusi ai danni dei minori e degli adulti vulnerabili ha permesso ai cardinali conservatori di criticare il pontefice per non aver aperto una discussione sulla proliferazione della "agenda omosessualista". Il Congresso mondiale delle famiglie di Verona, insomma, potrebbe lasciare con sè degli strascichi dottrinali. Il Santo Padre, nel frattempo, incontrerà in udicenza attivisti ascrivibili al mondo Lgbt.
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