Papa Francesco riceve per la prima volta gli imprenditori di Confindustria e chiede loro di contribuire con il loro lavoro ad una società più giusta e vicina ai bisogni dell'uomo. Bergoglio invita a fare passi coraggiosi: "Dinanzi a tante barriere di ingiustizia, di solitudine, di sfiducia e di sospetto che vengono ancora erette ai nostri giorni, il mondo del lavoro, di cui voi siete attori di primo piano, è chiamato a fare passi coraggiosi perché trovarsi e fare insieme non sia solo uno slogan, ma un programma per il presente e il futuro".
Il Papa ricorda agli imprenditori le grandi responsabilità cui sono chiamati: "Siete chiamati a tutelare la professionalità, e al tempo stesso a prestare attenzione alle condizioni in cui il lavoro si attua, perché non abbiano a verificarsi incidenti e situazioni di disagio". E poi arriva il monito del Santo padre: "La vostra via maestra sia sempre la giustizia, che rifiuta le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi, e le deviazioni pericolose della disonestà e dei facili compromessi. La legge suprema sia in tutto l'attenzione alla dignità dell'altro, valore assoluto e indisponibile. Sia questo orizzonte di altruismo a contraddistinguere il vostro impegno: esso vi porterà a rifiutare categoricamente che la dignità della persona venga calpestata in nome di esigenze produttive, che mascherano miopie individualistiche, tristi egoismi e sete di guadagno".
"L'impresa che voi rappresentate sia invece sempre aperta a quel significato più ampio della vita, che le permetterà di servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo", dice il
Papa citando la 'Evangelii gaudium'. Il bene comune deve essere la bussola che orienta l'operato degli imprenditori: "Proprio il bene comune sia la bussola che orienta l'attività produttiva, perché cresca un'economia di tutti e per tutti, che non sia insensibile allo sguardo dei bisognosi. Essa è davvero possibile, a patto che la semplice proclamazione della libertà economica non prevalga sulla concreta libertà dell'uomo e sui suoi diritti, che il mercato non sia un assoluto, ma onori le esigenze della giustizia e, in ultima analisi, della dignità della persona. Perché non c'è libertà senza giustizia e non c'è giustizia senza il rispetto della dignità di ciascuno".
"Le imprese si aprano ai giovani - ricorda il Papa agli imprendotori - Sono loro i potenziali lavoratori di domani.
Ma oggi sono prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione, non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro, oltre a un onesto salario, anche quella dignità di cui a volte si sentono privati".
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