Papa Francesco chiede ai vescovi cileni di chiarire lo scandalo pedofilia

Papa Francesco incontrerà i Vescovi del Cile dal 15 al 17 maggio nell'auletta dell'Aula Paolo VI. Incontro a porte chiuse per fare chiarezza su uno scandalo molto grave

Papa Francesco chiede ai vescovi cileni di chiarire lo scandalo pedofilia

Saranno dei colloqui molto importanti quelli che Papa Francesco avrà, la prossima settimana, con i vescovi del Cile, che incontrerà, a porte chiuse, dal 15 al 17 maggio. Bergoglio chiederà loro di chiarire lo scandalo della pedofilia. Un momento per "condividere le sue personali conclusioni conseguenti alla recente missione speciale in Cile affidata a monsignor Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, e a padre Jordi Bertomeu, della Congregazione per la Dottrina della Fede, e completate dalle numerose testimonianze, scritte ed orali, che il Papa ha continuato a ricevere nelle ultime settimane". L

La Sala Stampa della Santa Sede precisa che "non è previsto che Papa Francesco rilasci alcuna dichiarazione né durante né dopo gli incontri, che si svolgeranno in assoluta confidenzialità". Si tratta quasi di un Sinodo Speciale cui parteciperanno 31 vescovi diocesani e ausiliari e 2 vescovi emeriti. Il Papa sarà accompagnato dal Prefetto della Congregazione per i vescovi, cardinale Marc Ouellet. "L’obiettivo di questo lungo processo sinodale - precisa la nota vaticana - è discernere insieme, alla presenza di Dio, la responsabilità di tutti e di ciascuno in queste ferite devastanti, nonchè studiare cambiamenti adeguati e duraturi che impediscano la ripetizione di questi atti sempre riprovevoli".

"È fondamentale - sottolinea la Sala Stampa riportando il pensiero del Papa - ristabilire la fiducia nella Chiesa attraverso dei buoni pastori che testimonino con la loro vita di aver conosciuto la voce del Buon Pastore e che sappiano accompagnare la sofferenza delle vittime e lavorare in modo determinato e instancabile nella prevenzione degli abusi". "Il Santo Padre - conclude la nota -ringrazia la disponibilità dei suoi fratelli vescovi di porsi in ascolto docile ed umile dello Spirito Santo e rinnova la sua domanda al Popolo di Dio in Cile di continuare in uno stato di preghiera affinchè ci sia la conversione di tutti".

Nei giorni scorsi Francesco ha ricevuto a Santa Marta le vittime di padre Karadima, che secondo le accuse avrebbe goduto della protezione del vescovo di Osorno monsignor Carlos Barros, all’epoca dei fatti ordinario militare. Come è noto nel corso del suo viaggio in Cile il Papa non aveva voluto ricevere le stesse vittime che ha poi ricevuto e consolato ora. E questo perché i vertici della Chiesa cilena gli avevano assicurato l’innocenza di monsignor Barros. "Il Papa ci ha chiesto formalmente perdono a nome suo e della Chiesa universale. Riconosciamo e apprezziamo questo gesto e l’enorme ospitalità e generosità di questi giorni", hanno detto ai giornalisti le tre vittime cilene dopo una permanenza a Santa Marta durata quasi una settimana.

"Per circa 10 anni - hanno ricordato - siamo stati trattati come nemici perché abbiamo combattuto contro l’abuso sessuale e l’occultamento nella Chiesa. In questi giorni abbiamo conosciuto un volto amichevole della Chiesa, totalmente diverso da quello che abbiamo incontrato in passato".

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