"Rendete a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio". È un monito alla comunità cristiana quello che papa Francesco pronuncia da piazza San Pietro, invitando i cretendi "a impegnarsi concretamente nelle realtà umane sociali senza contrapporre 'Dio' e 'Cesare', ma illuminando le realtà terrene con la luce che viene da Dio".
"una questione 'spinosa', circa la liceità o meno di pagare la tassa all'imperatore di Roma, al quale era assoggettata la Palestina al tempo di Gesù", dice il Pontefice durante l'Angelus, e la risposta data da Gesù a chi gli chiedeva cosa fosse più giusto fare, dicono che "pagare la tassa non è un atto di idolatria, ma un atto dovuto all'autorità terrena; dall'altra ed è qui che Gesù dà il 'colpo d'ala' richiamando il primato di Dio, chiede di rendergli quello che gli spetta in quanto Signore della vita dell'uomo e della storia".
"Il riferimento all'immagine di Cesare - continua il Papa -, incisa nella moneta, dice che è giusto sentirsi a pieno titolo, con diritti e doveri, cittadini
dello Stato; ma simbolicamente fa pensare all'altra immagine che è impressa in ogni uomo: l'immagine di Dio. Egli è il Signore di tutto, e noi, che siamo stati creati "a sua immagine" apparteniamo anzitutto a Lui".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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