Don Fragiacomo ha disertato un incontro pastorale dopo il caso di Stranzano, quello in cui il consigliere comunale Luca Bortolotto e il capo scout Marco Di Just si sono sposati. In virtù di questo evento, il sacerdote aveva dichiarato la sua contrarietà al fatto che il capo scout continuasse a fare l'educatore: "Una cosa è essere accolti dalla Chiesa, un'altra assumere simili responsabilità", aveva detto il parroco, non soffermandosi sul matrimonio gay, ma sulle linee da seguire, in base al credo della Chiesa, in merito a questo evento: "Come cittadino ognuno può fare ciò che gli consente la legge dello Stato. Come cristiano, però, devo tener conto di quale sia la volontà di Dio sulle scelte della mia vita. Come educatore cristiano, in più, devo tener conto della missione e delle linee educative della Chiesa e della mia Associazione cattolica. Una cosa è essere accolti, un'altra è assumere responsabilità educative", aveva chiosato il parroco goriziano. Per don Francesco Fragiacomo, insomma, Marco Di Just dovrebbe smettere di avere un ruolo educativo nel mondo cattolico.
Poi, la lettera inviata al Decano, don Renzo Boscarol, nella quale don Francesco ha sostenuto di essere stato abbandonato dai suoi confratelli. La delusione del sacerdote, si legge in un articolo del Piccolo di Trieste pubblicato oggi, sarebbe relativa al fatto che nessuno della Curia, dopo quattro mesi, abbia ancora espresso una posizione netta in merito. L'arcivescovo di Gorizia, Carlo Maria Redaelli, non avrebbe insomma chiarito il da farsi. Il Decano, don Renzo Boscarol, si legge sempre sul Piccolo, ha evitato di commentare l'assenza di don Francesco all'incontro pastorale:"Non commento questa decisione e non ho niente da dire in merito". E ancora: "...anche se questa lettera doveva restare una cosa privata. Non voglio, perciò, entrare nel merito di alcuna discussione o dare alcun giudizio perché diventerebbe un problema atroce". Il cellulare di don Francesco, invece, squilla a vuoto. Con ogni probabilità il parroco ha deciso di non rilasciare dichiarazioni a mezzo stampa.
Ma il sacerdote contrariato usa comunque il web per esprimere tutto il suo dissenso: "Che fiducia posso avere dei miei confratelli che nel momento delle difficoltà invece di essere vicini e solidali sono assenti, lontani o addirittura contro", incalza don Giacomo:"Invece di essere in sintonia sul messaggio del Vangelo, ne sono in piena dissonanza con dottrine, prassi, metodi e stile completamente diversi". E ancora: "Invece di sostenermi in un caso scandaloso che compromette gravemente il messaggio educativo buono verso i giovanisuperficialmente minimizzano, ti accusano, ti sparlano alle spalle o ti canzonano pubblicamente su giornali nazionali, dandoti del "giovane parroco".
Il finale del post, poi, non lascia spazio a nessun dubbio di sorta:"Ora mi domando che razza di Chiesa è questa? Cosa offre? Quali grandi ideali presenta ai giovani? Propongo dapprima noi preti, dovremofarci un serio esame di coscienza su cosa abbiamo proposto ai giovani. Caro don Renzo non so se verrò ancora alle prossime riunioni del tuo decanato". E in effetti, don Fragiacomo non si è presentato all'incontro organizzato per ottobre dal Decanato di Monfalcone.
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