La legge 107 (la cosiddetta Buona Scuola del governo Renzi) e un algoritmo impazzito, dal 2015 sono la causa del malessere di circa 23mila docenti, le cui risorse mentali e fisiche stanno davvero per esaurirsi. Spediti da una parte all'altra dell'Italia, si sentono considerati “numeri” e “non persone”. Al centro delle molteplici manifestazioni e proteste vi è stato il software utilizzato dal Miur nelle operazioni di mobilità: confuso, lacunoso, ampolloso, ridondante ed elaborato in due linguaggi di programmazione differenti. Il risultato? Docenti “inviati" lontanissimi da casa, famiglie sfasciate e stipendi prosciugati in affitti, alloggi e viaggi.
Il racconto di un 14enne è da brividi: “È dura senza mia mamma, me la sono vista portare via”. Il ragazzo ha provato ad avere un contatto via Skype, ma dopo aver visto le lacrime della madre “mi veniva un nodo in gola che non mi permetteva di parlare. Quante notti a piangere…”. Inevitabilmente a rimetterci è l'integrità della famiglia: “La mia famiglia non è più unita come prima. Non è affatto piacevole”.
L’algoritmo
Il Consiglio di Stato, con diverse sentenze pubblicate il 10 settembre 2018, ha accolto il ricorso promosso da diversi ricorrenti. Sotto accusa sempre l'algoritmo. Il CdS ha fatto sapere che è mancata “una vera e propria attività amministrativa, essendosi demandato ad un impersonale algoritmo lo svolgimento dell'intera procedura di assegnazione dei docenti alle sedi disponibili nellìorganico dell'autonomia della scuola”. La Sezione poi ha specificato che “un algoritmo, quantunque, preimpostato in guisa da tener conto di posizioni personali, di titoli e punteggi, giammai può assicurare la salvaguardia delle guarentigie procedimentali che gli artt. 2, 6,7,8,9,10 della legge 7.8.1990 n. 241 hanno apprestato, tra l'altro in recepimento di un inveterato percorso giurisprudenziale e dottrinario”.
“Il governo intervenga”
Filomena Pinca, contattata da ilGiornale.it, ha spiegato che il governo potrebbe risolvere questa enorme problematica con la trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto, oppure stabilizzando “le deroghe annuali sul sostegno”, ma anche “riducendo le classi pollaio e introducendo il tempo pieno obbligatorio”. La presidente in carica del Comitato 8000esiliatifaseb Gae ha aggiunto: “Siamo diventati merce di scambio, sottoposti a continue regole cangianti che inevitabilmente si ripercuotono sulla struttura sociale del Paese”. Con i continui cambi è praticamente impossibile conciliare il lavoro con le necessità familiari: “La crescita dei figli, l'assistenza a genitori anziani, il mutuo della casa…”.
A rimetterci anche lo stato mentale dei docenti. Ad esempio Vincenzo Taurino ha detto di sentirsi “umiliato in tutti i sensi, depresso e disincentivato a insegnare”.
Alberto ci ha raccontato che “dopo aver fatto un sacco di prestiti per affrontare le spese per star fuori” adesso si sente “lo sfruttatore di mia moglie che mi deve sostenere economicamente”. “Vengono ministri, fanno tante promesse ma alla fine nulla… Non possiamo aspettare più!”, conclude Vincenzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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