Centinaia, probabilmente migliaia, di parlamentari che percepiscono una pensione pagata con i nostri soldi. Pensione su cui però non è possibile avere alcuna informazione. A quanto ammonti, chi ne abbia diritto, con quali modalità sia assegnata.
La vera notizia è, però, che non siamo al Parlamento italiano, ma nella civilissima e trasparente (almeno nel racconto dei media) Strasburgo. Un'inchiesta del Corriere della Sera rivela come i responsabili dell'Europarlamento si rifiutino, trincerandosi dietro il diritto alla privacy, di comunicare qualsiasi informazione sul trattamento pensionistico di cui godono gli ex eurodeputati.
Una risposta sorprendente, se si tiene conto del fatto che si sta parlando di quegli stessi politici di cui vengono regolarmente messi online dichiarazioni dei redditi, acquisti di titoli finanziari e patrimonio familiare. Eppure, di fronte alle domande del quotidiano di via Solferino, il portavoce dell'Europarlamento, lo spagnolo Jaime Duch Guillot, ha riposto così: Jaime Duch Guillot: "Il Parlamento considera che i nomi dei deputati che sono membri del regime pensionistico integrativo costituiscono dati personali ai sensi dell’articolo 2 (a), del Regolamento (CE) n° 45/2001 sulla “tutela delle persone con riguardo al trattamento dei dati personali”.
"Il Fondo pensionistico volontario ha funzionato con la partecipazione del Parlamento europeo fino al 2009, quando dopo l’entrata in vigore dello statuto del deputato, salari e prestazioni sociali, comprese le pensioni, sono regolati dalle istituzioni europee - prosegue Duch Guillot - Di conseguenza, il Parlamento non può dare informazioni interne su un fondo privato e i suoi membri".
Qualche tempo giorno fa anche Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati in quota Cinque Stelle, aveva provato a vederci più chiaro, ma senza risultati di nota. L'unica informazione che è riuscito a strappare riguarda il numero di coloro che beneficiano di una pensione tra gli ex eurodeputati italiani: 146 pensionati, 46 vedove, vedovi o altri beneficiari di reversibilità. Totale, 192. Inoltre si contano 80 pensioni differite: vitalizi cioè per cui sono stati maturati i diritti ma non i requisiti.
Per giustificare questa reticenza, Duch Guillot si è appellato a una sentenza della Corte di Giustizia del 2011 secondo cui la diffusione dei dati sul trattamento pensionistico degli ex eurodeputati ne pregiudica la tutela della vita privata. Invocata la privacy, il discorso è chiuso.
Nel frattempo, la Bild ha calcolato che i diritti acquisiti dagli ex membri del Parlamento di Strasburgo ammontino complessivamente ad almeno
400 milioni di euro. Spese per il pagamento delle pensioni, 150 milioni all'anno. Cifre da capogiro, pagate dai contribuenti dell'Unione e su cui, a quanto pare, non è lecito sapere nulla. Alla faccia dell'eurotrasparenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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