Perché sicurezza non può fare rima con sinistra

Sicurezza solo ora diventa una preoccupazione a fini elettorali, come per i sindaci Pd di Bologna e Milano, costretti dalla piazza a chiedere le sempre vituperate ronde e i militari per strada

Perché sicurezza non può fare rima con sinistra

Uno dei paradossi più demenziali germogliati in Italia negli ultimi decenni è quello della sicurezza strabica. Ci si è convinti che il tema interessi solo a destra, come se gli elettori di sinistra non vedessero l'ora di essere sgozzati da un jihadista. Il fatto dunque che il ministro dell'Interno Marco Minniti abbia dichiarato all'Espresso che «la sicurezza è pane per i denti della sinistra» non può che fare piacere. Al netto del fatto, che suona surreale come la canzone di Gaber, non si è mai visto nessuno chiedere l'appartenenza politica al proprio salvatore: la sicurezza è un valore, l'importante è che sia garantita.

Il problema, però, è che queste cose il ministro deve spiegarle - anzi, rinfacciarle - a chi teoricamente dovrebbe interpretare e rappresentare le istanze della sinistra. Perché è grazie alla propaganda di certa politica che finora «sicurezza» non è stata una parola di sinistra. Non lo è stata perché al suo posto sono state scelte «accoglienza», «integrazione», «solidarietà» e Boldrini predicando. E perché ogni volta che qualcuno ha timidamente segnalato l'inquietante aumento degli episodi di estremismo religioso legati al boom dell'immigrazione, da sinistra si sono levate accuse di intolleranza e allarmismi «infondati»; così come dopo ogni attentato jihadista sempre certa sinistra si è distinta per distinguo e giustificazionismi terzomondisti.

Sicurezza non è stata battaglia di sinistra perché la sinistra ha paura di chiamare le cose con il loro nome e il terrorismo è «islamico» ma solo a denti stretti. Perché di sinistra sono stati i tagli alle spese di Difesa, la demonizzazione delle «barbe finte» e lo smantellamento dell'intelligence. Perché - dai tempi di Pasolini fino ai poliziotti che hanno abbattuto il killer di Berlino - le forze dell'ordine sono «fasciste» a prescindere, lasciate senza risorse e guardate con scetticismo.

Sicurezza soprattutto non è stata di sinistra perché di fronte all'emergenza la sinistra non vuole la sospensione di Schengen, le leggi speciali per sorvegliare i sospetti, i controlli sul proselitismo in moschea, i respingimenti alle frontiere. Sicurezza solo ora diventa una preoccupazione a fini elettorali, come per i sindaci Pd di Bologna e Milano, costretti dalla piazza a chiedere le sempre vituperate ronde e i militari per strada.

Quindi, se il ministro vuole recuperare l'anima più «law &

order» della sua parte politica e promette sicurezza, ben venga, tutti saranno con lui. Basta che lo sia anche quella sinistra che oggi della sicurezza fa una sua parola d'ordine, pur non avendone mai fatto una sua priorità.

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